Un lungo lasso di tempo in cui si sono susseguiti processi e indagini che, solo quest'anno, hanno portato a una verità processuale che, oggi, viene commemorata a Bologna, nel consueto appuntamento dedicato all'anniversario del terribile attentato
E sono 42 anni dall’attentato alla Stazione di Bologna. Un lungo lasso di tempo in cui si sono susseguiti processi e indagini che, solo quest’anno, hanno portato a una verità processuale che, oggi, viene commemorata a Bologna, nel consueto appuntamento dedicato all’anniversario della Strage. La cerimonia si apre, come al solito, con la partenza del corteo da Piazza del Nettuno. I cittadini, insieme ad autorità – presenti, tra gli altri, il sindaco di Bologna Matteo Lepore e la sua vice Emily Clancy, il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e la vice Elly Schlein, il deputato del Pd, Andrea De Maria, e il presidente dell’Associazione familiari delle vittime del 2 Agosto, Paolo Bolognesi – e parenti delle vittime, riconoscibili dal simbolico fiore bianco, hanno sfilato lungo tutta via Indipendenza fino a raggiungere Piazza Medaglie D’oro. Si sono fermati nel piazzale antistante alla zona ovest della Stazione, quella parte che venne completamente distrutta il giorno dell’attentato. Il lungo cordone di persone è stato spesso accompagnato da un applauso, lo stesso che, dopo il minuto di silenzio – scoccato alle 10.25, ora dello scoppio della bomba – si è alzato fragoroso, per alcuni minuti. Perché il ricordo di quel giorno è ancora vivo tra i bolognesi.
Questo 42esimo anniversario arriva, però, a pochi mesi dalla sentenza di primo grado nel cosiddetto processo ai mandanti. “In 42 anni di indagini e processi – ha ricordato Bolognesi dal palco e, in seguito, dialogando con i cronisti- depistaggi e tentativi di deviare la realtà sono stati una costante. Però, questa sentenza ha dimostrato che le nostre intuizioni erano giuste: la strage è stata foraggiata dalla loggia massonica P2, protetta e incoraggiata da i servizi segreti e attuata da esponenti neofascisti. Quel giorno alla Stazione di Bologna erano presenti tutte le principali sigle dell’eversione di destra”. Una verità processuale che, come ha ricordato il sindaco Lepore, deve essere un patrimonio comune, al di là del colore politico, perché “tanto c’è ancora da fare per la ricerca della verità, giustizia e per salvaguardare un patrimonio prezioso come quello della memoria”.
Le parole del sindaco dal palco della Stazione si rivolgono, infatti, proprio all’Associazione dei familiari delle vittime, “senza la quale né io, né noi saremmo qui” e che proseguirà il suo lavoro anche grazie al Comune: da settembre, la sede dell’Associazione e del suo enorme archivio diventerà Palazzo D’Accursio. “Questa è anche una scelta politica – ha spiegato Lepore – un segnale molto importante che ha un significato ben preciso. Per noi, vuol dire proteggere chi ha lottato per la verità e la giustizia in tutti questi anni”.
Lo stesso tipo di pensiero che arriva anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che nel suo messaggio, letto dal palco di Piazza Medaglie d’Oro, dice: “L’azione solidale dei familiari merita la gratitudine della Repubblica. Hanno trasformato il grande dolore patito in impegno civile per testimoniare all’intera società che le strategie del terrore mai prevarranno sui valori costituzionali della convivenza civile”.
In rappresentanza del Governo c’era il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che ha parlato di Bologna come il “cuore della cultura democratica e antifascista che ha saputo resistere ogni volta che è stata colpita, dimostrando la nostra capacità di resistere ai tentativi di eversione”. Il 2022, a 42 anni dalla strage, è quindi un anniversario importante viste le conquiste processuali ottenute, ma nonostante “i passi in avanti, siamo ancora lontani dalla piena giustizia per chi ha patito un dolore indicibile, per chi vuole giustizia e vuole fare luce su questa vicenda”, ha sottolineato infine il presidente Bonaccini.
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