I dati Istat: l'occupazione aumenta per entrambi i sessi, per i dipendenti permanenti e in tutte le classi d'età, con l'eccezione dei 35-49enni tra i quali diminuisce. In calo anche gli autonomi e i dipendenti a termine
Occupazione da record a giugno, mese in cui cresce il numero di occupati e diminuisce quello di disoccupati e inattivi. L’occupazione aumenta per entrambi i sessi, per i dipendenti permanenti e in tutte le classi d’età, con l’eccezione dei 35-49enni tra i quali diminuisce; in calo anche gli autonomi e i dipendenti a termine mentre il tasso di occupazione sale al 60,1% (+0,2 punti), livello mai registrato dal 1977. L’indicazione arriva dall’Istat che segnala che a giugno, dopo il calo registrato a maggio, il numero di occupati torna ad aumentare per effetto della crescita dei dipendenti permanenti, superando nuovamente i 23 milioni. Rispetto a giugno 2021, l’incremento di oltre 400mila occupati è determinato dai dipendenti che, a giugno 2022, ammontano a 18 milioni 100 mila, il valore più alto dal 1977, primo anno della serie storica.
Nel dettaglio l’Istat sottolinea che confrontando il secondo trimestre 2022 con il primo, si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,4%, per un totale di 90mila occupati in più.
La crescita dell’occupazione registrata nel confronto trimestrale si associa alla diminuzione sia delle persone in cerca di lavoro (-3,8%, pari a -81mila unità), sia degli inattivi (-0,5%, pari a -61mila unità). Inoltre il numero di occupati a giugno 2022 supera quello di giugno 2021 dell’1,8% (+400mila unità); l’aumento è trasversale per genere ed età. L’unica variazione negativa si registra tra i 35-49enni per effetto della dinamica demografica; il tasso di occupazione, in aumento di 1,6 punti percentuali, sale infatti anche tra i 35-49enni (+0,9 punti) perché, in questa classe di età, la diminuzione del numero di occupati è meno marcata di quella della popolazione complessiva. Rispetto a giugno 2021, diminuisce il numero di persone in cerca di lavoro (-13,7%, pari a -321mila unità) e il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-3,0%, pari a -400mila).
Soddisfatti ma con alcune cautele i commenti di imprese e consumatori che temono una frenata nei prossimi mesi. Osserva Confcommercio. “La crescita degli occupati a giugno conferma la vivacità del PIL del secondo trimestre dell’anno. Resta, comunque, debole l’occupazione indipendente (-27mila unità su maggio) e, più in generale, permangono le fragilità prospettiche dello scenario internazionale che si rifletteranno in un forte rallentamento dell’attività economica e dei consumi nella seconda parte dell’anno. Tuttavia, è necessario rimarcare come le performance del sistema Italia si confermino ben al di sopra delle aspettative, almeno così è stato fino a ieri”. Cauta anche la Uil. Spiega Ivana Veronese segretaria confederale Uil in una nota. “Un segnale importante emerge dai dati Istat di giugno. Calano gli inoccupati e sale l’occupazione questo è un trend positivo. Bene anche l’aumento dell’occupazione con contratti stabili, ma poca cosa al confronto con la crescita dei contratti precari che la fanno ancora da padrone in questa ripresa. I mesi che abbiamo davanti, con incertezze e turbolenze, devono vedere tutte e tutti impegnati perché la ripresa sia costruita con lavoro stabile, a tempo pieno, con il pieno coinvolgimento di donne e giovani. Questo abbiamo anche ribadito a Draghi nel corso dell’ultimo incontro”. Anche il Codacons teme effetti negativi nei prossimi mesi come sottolinea il presidente Carlo Rienzi. “La buona performance dell’occupazione di giugno rischia di essere vanificata dal perdurare della crescita di prezzi e bollette, che produrrebbero una inevitabile riduzione dei consumi con effetti diretti su industria, imprese e mercato del lavoro.”
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