Salari del personale di volo, Piano nazionale aeroporti, incentivi alle low cost. Sono i temi caldi del trasporto aereo e, probabilmente, tra le questioni sul tavolo del Ministero delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili nel round tecnico previsto per lunedì con le associazioni del settore. All’ordine del giorno, il monitoraggio sui disagi e le criticità del comparto che sta vivendo, a livello globale, un momento di forte stress. L’ondata di scioperi che ha interessato alcuni tra i principali vettori low cost europei come Ryanair, Easyjet e Volotea, dopo l’ultimo stop del 17 luglio potrebbe riprendere a settembre, come riferiscono fonti sindacali. Molto dipende dall’esito del tavolo di lunedì, sottolineano sempre le fonti, ma il momento è delicato. Lo ha messo in luce anche il presidente della compagnia di bandiera italiana, Alfredo Altavilla che al congresso nazionale della Uil trasporti ha fatto presente che “in molti altri Paesi si assiste ad una preoccupante escalation di cancellazioni ed enormi disagi che minano la credibilità di sistemi ritenuti benchmark internazionali”.
L’Italia per ora resiste – “tra mille difficoltà, in Italia le operazioni sono gestite in modo da garantire la regolarità dei voli”, dice sempre Altavilla – ma le criticità del settore sono numerose. E, come osserva il segretario generale della Uilt, Claudio Tarlazzi, vengono da lontano: “non sono calate dal contesto europeo, in Italia ce le trasciniamo da prima della pandemia e della guerra”. E quindi è essenziale capire, insieme alle istituzioni, come allineare il sistema della concorrenza, “attualmente distorto”. Tra gli elementi di correzione individuati dai sindacati, spicca innanzitutto l’applicazione dell’articolo 203 del decreto rilancio, secondo cui le compagnie operanti, con base in Italia, devono adeguare i salari del personale ai minimi previsti dal contratto nazionale. Ma la verifica, precisa dal palco del consesso sindacale il presidente dell’Enac, Pierluigi Di Palma, non spetta all’Ente: “l’Enac non può salire a bordo a chiedere il contratto di lavoro. È chiaro che al mondo del lavoro si devono dare risposte: io ho sempre difeso il diritto di sciopero dei lavoratori”. Quella di una remunerazione “uguale” è una battaglia su cui “noi ci siamo” assicura Di Palma.
Altro capitolo essenziale, quello del Piano nazionale aeroporti. “Stiamo facendo una programmazione che garantisce al nostro Paese una policy da qui al 2035”, afferma ancora Di Palma, ricordando che bisogna tenere presente che i traffici “sono continentali: i passeggeri che arrivano, come arrivano nell’aeroporto di Francoforte, possono arrivare anche da noi se – avverte il numero uno di Enac – facciamo in modo che le nostre infrastrutture sappiano intercettare questo nuovo traffico”. Soprattutto, “si riconcilino con l’ambiente per evitare limitazioni, come avviene per gli aeroporti del nord. Da ultimo Schipol, che limita di centomila movimenti annui il proprio aeroporto. Londra pochi giorni fa ha limitato il proprio aeroporto per problemi di traffico”. Nel nord Europa c’è quindi una saturazione infrastrutturale “che non permetterà a questi aeroporti di accrescere il numero di passeggeri nei prossimi anni”. Noi invece “abbiamo una riserva infrastrutturale importante” che va utilizzata con razionalità. E rispetto alla risoluzione Rosso – sugli incentivi alle low cost – Di Palma ribadisce che gli aiuti “noi li difendiamo” a patto che però “siano declinati diversamente”. Innanzitutto, devono essere trasparenti e “non discriminatori”, permettendo a tutti di partecipare. Ma soprattutto, gli aeroporti che mettono in piedi collegamenti point to point devono avere ben presente la necessità della rete nazionale. Quindi, spiega il presidente, oltre al collegamento Palermo-Madrid, dovranno assicurare “l’accessibilità a propri cittadini sugli hub nazionali”.