Caos a Palermo nel giorno dell’apertura dei seggi per le amministrative. Almeno 50 sezioni sono infatti stamattina rimaste scoperte, perché mancavano i presidenti di seggio. Il Comune ha quindi prontamente notificato la nomina ad alcuni funzionari interni.
Oltre alla candidatura spontanea, alla mail fornita dal comune di Palermo seguendo le indicazioni sul sito istituzionale – in seguito all’appello rivolto ai cittadini dall’amministrazione – per coprire i posti mancanti dei seggi al voto per le amministrative e il referendum in corso oggi, diversi addetti ai lavori avrebbero mobilitato una vera e propria catena mediante WhatApp, con varie chat di gruppo private e passaparola per il recupero dei presidenti mancanti. La mail dell’amministrazione comunale alla quale i cittadini si possono candidare è: ufficiocoordinamentoelettorale@comune.Palermo.it.
Solo dopo mezzogiorno dalla prefettura di Palermo fanno sapere che tutti i presidenti dei seggi mancanti, nel capoluogo siciliano, sono stati nominati. Ritardi di ore e ore per insediamento e inizio operazioni di voto.
“Noi siamo qui da ieri alle 15.30, siamo scrutinatori. Attendiamo da ieri che si attivi il seggio. Il primo presidente ha rinunciato. Poi ha rinunciato anche il secondo. Siamo alla ricerca di un presidente, ci hanno detto che è stato nominato ma ancora non arriva. C’è tutta un’operazione di vidimazione delle schede che andava fatta per tempo, ieri. Se lo scrutinio inizierà adesso, a metà mattinata, non si saprà bene cosa fare. Ma ci sono anche altre sezioni in città che sono rimaste chiuse”. Così a LaPresse, Eugenio Moncada, scrutinatore assegnato all’istituto comprensivo statale “Rita Atria” di via Valverde a Palermo, dove si sta verificando l’assenza di alcuni presidenti di seggio nel giorno del voto per le amministrative e per il referendum a Palermo. “Per me il problema si pone, stasera ci sarà da fare lo spoglio del referendum, domani andrà fatto quello per le amministrative e poi con la corsa si possono anche commettere errori. – prosegue- Per me il voto sarebbe da annullare, perché, oltre alle amministrative c’è anche un voto nazionale, quello del referendum. Sono convinto che in questa circostanza i ricorsi saranno micidiali.
Un Lagalla o un Miceli, se non dovessero diventare sindaco, potrebbero appellarsi e dire che il motivo è dovuto a questi disagi. Lo farei anche io al posto loro”, conclude.