Dopo mesi di silenzio, la figlia maggiore di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di 55 anni di Roncadelle (Brescia) uccisa lo scorso anno, e il fidanzato della ragazza hanno ammesso di aver preso parte all’omicidio. I due, rappresentati dall’avvocata Maria Pia Longaretti, dopo la chiusura delle indagini hanno chiesto di essere ascoltati dalla pm Bressanelli, com’è loro diritto. E sono crollati.
L’ex vigilessa 55enne appassionata di montagna era scomparsa l’8 maggio dello scorso anno dalla sua casa di Temù, in Valcamonica, dove trascorreva i fine settimana e le vacanze facendo trekking. Per 3 mesi le ricerche non avevano dato esito. Solo l’8 agosto il suo corpo senza vita era stato trovato sulle rive dell’Oglio, probabilmente dissotterrato dall’impeto di una piena del fiume.
I sospetti si erano subito concentrati sulla famiglia della donna, che era vedova. E il 24 settembre erano state arrestate le due figlie, Silvia di 27 anni e Paola Zani di 20. In carcere era finito anche il fidanzato della maggiore, Mirto Milani, anche lui 27enne. Adesso, dopo 8 mesi di carcere, il primo ad ammettere le sue responsabilità è stato il ragazzo, cantante lirico e laureato in psicologia, che davanti alla pm Caty Bressanelli ha confessato. Poi anche Silvia ha detto di aver avuto un ruolo nella morte della madre. Nel pomeriggio, infine, è stata sentita la sorella minore, Paola.
I tre giovani, per la Procura di Brescia, avrebbero atteso Laura Zani nella casa di Temù e nella notte tra il 7 e l’8 maggio dello scorso anno l’avrebbero stordita con una forte dose di benzodiazepine. Quindi l’avrebbero soffocata, com’è emerso dai risultati dall’autopsia, che ha indicato come causa del decesso della 55enne il soffocamento.
Infine, i tra avrebbero messo il corpo in un telo di plastica e lo avrebbero seppellito vicino al fiume Oglio, certi che non sarebbe mai stato trovato. L’8 agosto, però, l’impeto dell’acqua aveva dissotterrato il corpo, trovato da un bambino di 10 anni, che aveva visto un piede spuntare dalla fanghiglia del greto. I carabinieri nel corso delle indagini hanno anche trovato la buca dov’era stato sotterrato.
Alla base dell’omicidio ci sarebbe il movente economico. Le due figlie della ex vigilessa volevano disporre liberamente dell’ingente patrimonio di famiglia. E il fidanzato di Silvia le avrebbe aiutate. È stato proprio il giovane tenore il primo ad ammettere le sue responsabilità, senza però addossare la colpa alle sorelle. “Lo abbiamo fatto insieme”, avrebbe detto. Poi ieri anche Silvia ha ceduto.