L'ok del Consiglio Ue, gli unici no quelli dell'Italia e dell'Ungheria
La direttiva ‘case green’ è legge. Il Consiglio Ue, riunito oggi in formato Ecofin, ha dato il suo via libera definitivo a uno degli assi della politica verde di questa Commissione europea. L’obiettivo è quello di migliorare l’efficienza energetica degli edifici più inquinanti, quelli messi peggio in termini di isolamento, che gli Stati nazionali dovranno individuare nei loro piani. C’è un ampio margine di discrezionalità affidati agli Stati membri, oltre al fatto che si tratta di una direttiva, quindi meno vincolante di un regolamento, che i 27 dovranno recepire entro due anni. Il consumo medio di energia primaria dell’intero parco immobiliare residenziale dovrà diminuire di almeno il 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Target finale al 2050 è quello delle emissioni zero, passando anche attraverso altri step fissati al 2040, e successivamente ogni cinque anni. Tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030.
Il no di Italia e Ungheria
L’Italia ha confermato il suo ‘no’, assieme all’Ungheria. “Il tema è: ‘Chi paga’? Visto che abbiamo delle esperienze in Italia abbastanza chiare in proposito”, ha commentato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, a margine dell’Ecofin a Lussemburgo. “Noi abbiamo esperienze in Italia in cui pochi fortunelli hanno rifatto le case grazie ai soldi che ci ha messo lo Stato, cioè tutti gli altri italiani e diciamo che è un’esperienza che potrebbe insegnare qualcosa”, ha aggiunto parlando del Superbonus che ha fatto lievitare i conti pubblici. “Credo che ci sia da riflettere, nel senso che è giusto immaginare di rifare tutte le case green ma ribadisco: ‘Chi paga? Le famiglie? Gli Stati? L’Europa?”, ha concluso. “La Lega farà tutto il necessario, per fermare tasse e patrimoniali ‘green’ volute dalla sinistra”, tuona il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini.
Quasi 8 milioni di immobili dovranno essere riqualificati
Su quasi 12,5 milioni di unità totali, sono oltre 7,6 milioni (61%) gli immobili italiani classificati nelle peggiori classi energetiche, ovvero F e G, che dovranno essere riqualificati, calcola il Centro studi di Unimpresa. Secondo l’organizzazione la spesa per ristrutturare tre abitazioni su cinque, quelle che non rispettano i parametri della direttiva Ue “green”, si attesta a circa 270 miliardi, calcolata considerando un investimento che oscilla, per ciascun immobile dai 20mila euro ai 55mila euro. “Il no dell’Italia in Consiglio sulla direttiva case verdi è l’ennesima dimostrazione dell’isolamento del governo in Europa e della sua incapacità di portare a casa risultati nell’interesse del nostro Paese – dichiarano Annalisa Corrado, responsabile della Conversione ecologica del Pd, e Brando Benifei, capo della delegazione all’Eurocamera. “Una direttiva di primaria importanza per l’efficientamento energetico del parco edifici del nostro Paese, fondamentale per ridurre i costi in bolletta di famiglie e imprese e per consentire ai cittadini di vivere in condizioni abitative salubri”. “Il governo di Giorgia Meloni si accoda a Orban e viene completamente isolata in Ue. Eppure la direttiva sull’efficientamento energetico è una manna dal cielo per il nostro Paese ultimo in Europa, secondo i dati Eurostat, nella crescita del valore degli immobili”, fa notare la capodelegazione del Movimento cinque Stelle al Parlamento europeo, Tiziana Beghin.
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