Manca solo la conferma del movente e l'arma del delitto per completare l'indagine sull'omicidio della piccola
Manca solo la conferma del movente e l’arma del delitto per completare l’indagine sull’omicidio della piccola Elena Del Pozzo, la bimba uccisa con undici coltellate lunedì intorno alle 14,30 a Mascalucia, un paese del catanese. I rilievi del Ris di Messina hanno fugato ogni dubbio sul luogo dell’omicidio: non è avvenuto in casa ma nel vicino campo dove era andata con la madre Martina Patti. La donna di 23 anni ha confessato di aver ammazzato la figlia ed è in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dal vincolo familiare oltre che di occultamento di cadavere. Già martedì dopo la prima confessione davanti ai carabinieri aveva detto di essere tornata a casa “sporca di sangue sulle braccia”. Poche frasi, scollegate fra loro, in mezzo a decine di “non so, non ricordo” che ora grazie agli accertamenti tecnici hanno un senso. Gli specialisti del Ris hanno infatti trovato nell’abitazione della famiglia tracce di sangue nel bagno e sui vestiti che indossava. Per il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro ha confermato che “dagli ultimi e più recenti esiti degli accertamenti del Ris si può con certezza escludere che l’omicidio sia avvenuto a casa, dove le tracce di sangue rinvenute sono da riporto”. Dunque per gli inquirenti Martina Patti dopo aver ucciso la figlia sarebbe tornata a casa sporca di sangue per lavarsi e far scattare la messinscena del rapimento.
Fra i molti “non ricordo” di Martina Patti c’è il posto dove ha messo il coltello da cucina con cui ha inferto le 11 pugnalate alla piccola Elena. I carabinieri hanno sequestrato tutti i coltelli da cucina presenti in casa. Alcuni sono stati confrontati con le ferite durante l’autopsia, per trovare una possibile compatibilità. Le lame saranno poi analizzate dai Ris per cercare eventuali tracce di sangue. Nel frattempo i militari stanno battendo palmo a palmo il luogo dell’omicidio e il tragitto fatto dalla donna per tornare a casa a caccia del coltello. Martina Patti è sorvegliata 24 ore su 24 nella sua cella del carcere di Catania. Il suo difensore, l’avvocato Gabriele Celesti ha incontrato più volte la sua assistita dopo l’interrogatorio di garanzia in videoconferenza. Non è serena, è scossa e sconvolta” si limita a dire. Il difensore nei prossimi giorni deciderà se fare ricorso al tribunale del Riesame per attenuare il regime cautelare. E’ molto probabile che la strategia della difesa punterà molto sulla capacità di intendere e volere della donna al momento dell’omicidio. Per questo è già stato individuato lo psichiatra che dovrà valutare Martina Patti prima di richiedere una perizia psichiatrica. Il sindaco di Mascalucia, Vincenzo Magro, ha proclamato il lutto cittadino per mercoledì 22 giugno, il giorno dei funerali di Elena Del Pozzo che si terranno nella cattedrale di Catania. La funzione verrà celebrata alle 17 dall’arcivescovo Luigi Renna.
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