Il regista: "La prostituzione è una professione che di fatto esiste e non viene regolamentata, perché di fatto al buon costume non va di regolamentare, è un mestiere troppo pruriginoso"
Esce al cinema giovedì 21 aprile ‘Il sesso degli angeli’, il nuovo film scritto da Leonardo Pieraccioni e Filippo Bologna, prodotto da Levante con Rai Cinema. Tra i protagonisti lo stesso Pieraccioni, Sabrina Ferilli, Marcello Fonte con la partecipazione di Massimo Ceccherini. Nel cast anche Gabriela Giovanardi, Eva Moore, Maitè Yanes, Valentina Pegorer e Giulia Perulli. “Mentre ero impegnato nella stesura di un altro film è nata una boutade con il produttore esecutivo Alessandro Calosci su come sarebbe stata accattivante la storia di ‘un prete di provincia che ereditava un bordello in Svizzera’ – racconta Pieraccioni nel corso della presentazione -. Così, io e Filippo Bologna ci siamo industriati a pensare a tutto quello che poteva derivare da un simile argomento, a partire dal tentativo da parte del protagonista di redimere le ragazze ‘in vendita’ per proseguire poi con i dubbi di un sacerdote 56enne di oggi che si interroga sulla vita che ha vissuto fino a quel momento”.
“Prima di scrivere la sceneggiatura – continua Pieraccioni – sono andato a parlare con il proprietario di diversi bordelli in Svizzera che mi ha detto che certe ragazze si prostituiscono per mettere soldi da parte e fare poi qualcosa di diverso, mentre altre convivono con quello che fanno senza apparenti traumi. Personalmente penso che nella figura della prostituta ci sia sempre quel velo di amarezza e tenerezza tipico di chi si è perso (per poi magari ritrovarsi) e, sempre parlando con lui, mi sono ancora più convinto della necessità della riapertura delle case chiuse in Italia come forma di tutela per queste donne, e per contrastare lo sfruttamento nelle strade”.
“Leonardo ha una vena molto romantica, le sue sono commedie molto eleganti – dice Sabrina Ferilli su ciò che l’ha spinta ad interpretare il ruolo di Lena nel film -. È un regista che mi è sempre piaciuto e quando mi è stata data la sceneggiatura l’ho trovata sulle corde di quello che mi aspettavo di leggere da Leonardo, così ho accettato”. “Ci troviamo sempre davanti alla grande ipocrisia di questo Paese – dice Sabrina Ferilli sul delicato tema che il film tocca -, la prostituzione è una professione che di fatto esiste e non viene regolamentata, perché di fatto al buon costume non va di regolamentare, è un mestiere troppo pruriginoso”. “Sarebbe stato facile vendere il film a una piattaforma, seppur noi, come Rai Cinema e Zerouno non lo facciamo come statuto – ha commentato l’ad di Rai Cinema, Paolo Del Brocco, sulla necessità di salvare il cinema e le proiezioni in sala -, avremmo sicuramente guadagnato di più come produttori, ma questo avrebbe tolto identitarietà al nostro cinema. Se il film ha un ciclo di vita lungo lo dobbiamo al fatto che esce in sala”.
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