I contraccolpi alla globalizzazione come la sconfitta della Francia a Waterloo, con gli italiani smarriti come i soldati di Napoleone dopo la disfatta. Riccardo Di Stefano, presidente dei giovani imprenditori di Confindustria, apre i lavori della 51° edizione del convegno nazionale di Rapallo evocando l’immagine di Fabrizio del Dongo, protagonista de ‘La Certosa di Parma’ di Stendhal: “Il lungo corso della pandemia, l’irrompere della guerra e della crisi energetica continuano a tenerci in una situazione di emergenza e sappiamo bene che, nelle situazioni di emergenza, è difficile guardare le cose con chiarezza e lucidità”, così come Del Dongo, tra i napoleonici, non si rendeva conto della portata dell’evento sulla storia europea.I giovani imprenditori di Confindustria di fronte allo scenario incerto sentono “il dovere di promuovere una visione dall’alto di quello che ci sta accadendo intorno. Dobbiamo sollevare lo sguardo per provare ad abbracciare l’orizzonte. Siamo qui, ancora una volta, per fare ascoltare, con decisione, la nostra voce e per costruire un’idea concreta del domani”, ha detto Di Stefano. Con richieste puntuali come “un taglio strutturale del cuneo fiscale-contributivo da 16 miliardi di euro, che ridurrebbe i costi delle imprese aumentando il reddito dei lavoratori e il loro potere d’acquisto”, la richiesta di stabilità al Governo che sia senza “balletti” e una sferzata alle attuali politiche dell’Eurotower, che lasciano “perplessi” di fronte alle scelte del ‘whatever it takes’ di Draghi.”Sapevamo che la politica dei tassi bassi non poteva durare in eterno e che la guerra sta condizionando fatalmente la politica economica europea – ha osservato l’imprenditore – ma rimaniamo, come molti, perplessi di fronte alle scelte di Christine Lagarde alla guida della Bce. Alzare i tassi e poi correre ai ripari con il cosiddetto scudo anti-spread ci sembra una direzione non chiara, che può creare turbolenze nei mercati: è fondamentale, quindi, che un’istituzione come la Bce torni ad imporsi con una linea strategica ben definita”.
Del tema si è occupato anche il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, che collegandosi con Rapallo ha osservato come l’Europa dovrà chiaramente fare i conti con “il fenomeno dell’alta inflazione, che sarà più persistente del previsto, e questi giustifica una normalizzazione della politica monetaria che passerà nei prossimi mesi nell’area euro anche per un incremento, sia pur graduale, dei tassi di interesse” ma “questa è una condizione che non dobbiamo leggere in una chiave certamente negativa o addirittura catastrofica, perché la realtà è che comunque in questo momento l’Europa continua su un livello seppur moderato di crescita, i dati in Italia e resto d’Europa sono moderatamente positivi. Non è una situazione catastrofica”. Il commissario europeo si mostra ottimista, dicendosi “assolutamente convinto che se non si materializzano alcuni scenari negativi legati soprattutto alle forniture energetiche ci sono le condizioni perché l’economia europea eviti di entrare in territorio negativo, eviti la recessione e mantenga livelli seppur moderati di crescita per poi riprendere una crescita più consistenti negli anni successi”. Massimo Antonelli, ceo di EY in Italia e COO di EY Europe West, nel suo intervento sottolinea che per non rendere “fragile” l’ottimismo sull’Italia, “è fondamentale che il Sistema Paese lavori in sinergia per mantenere, e ancora meglio espandere, il capitale di credibilità che l’Italia ha costruito negli ultimi 18 mesi, che rappresenta il primo vero asset strategico per l’attrattività degli investimenti esteri”.
Strategico per l’Italia è riuscire a diversificare gli approvvigionamenti energetici, e sul fronte della crisi Di Stefano afferma che questa “richiede nuove e più forti alleanze: perché le nostre economie, quelle dei Paesi democratici, devono continuare ad essere allineate e in accordo. Oggi più di sempre”, esortando l’Unione europea a “essere protagonista, asserendo con determinazione i propri interessi strategici, nel solco di un multilateralismo in crisi che va assolutamente rilanciato” in una nuova stagione di accordi internazionali. Parlando di lavoro, il presidente dei giovani imprenditori cita il Reddito di cittadinanza, rilevando che “in tema di contrasto alla povertà il dispositivo attuale andrebbe modificato e riformato. Riconosciamo che il Reddito di cittadinanza, nelle fasi più critiche della pandemia, abbia svolto una funzione di argine, ma crediamo che adesso debba diventare uno strumento a sostegno di chi non può lavorare e non un riparo per chi non vuole lavorare”.