La ripartenza 'post pandemia', con la fine dell'emergenza segnata sul calendario delle scuole per il 31 di marzo
Rientro degli insegnanti non vaccinati, ma non in classe, ne’ a contatto con gli alunni. Didattica a distanza per i contagiati, ma solo dopo formale richiesta della famiglia. Sì alle visite didattiche, purché in condizioni di sicurezza.
La ripartenza post covid, con la fine dell’emergenza segnata anche sul calendario delle scuole per il 31 di marzo, apre a tante incognite a cominciare da quelle legate al personale: se da una parte i docenti no-vax sospesi rientreranno a lavoro, dall’altra non potranno stare in classe ne’ a contatto con gli alunni. I ragazzi dunque finiranno l’anno con i supplenti che li hanno seguiti in questi mesi, come sottolinea anche il ministro Patrizio Bianchi, secondo il quale “prioritaria resta la continuità didattica”.
Dunque i 3.812 docenti sospesi fino al 31 marzo, dal 1 aprile saranno “a disposizione” degli istituti, senza che sia ancora chiaro come potranno effettivamente rendersi utili.
Diversa la situazione degli operatori scolastici non vaccinati, che da venerdì prossimo, norme alla mano, potranno tornare a ricoprire tutte le mansioni, comprese quelle a contatto con i bambini, come accompagnarli in bagno o, nel caso dei più piccoli, cambiare loro i pannolini.
“La cosa che più ci preoccupa è la caoticità delle informazioni”, spiega Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil.
Inoltre “i fondi necessari per pagare i supplenti dei docenti rientrati senza vaccinarsi vengono sottratti dal fondo di istituto – evidenzia Sinopoli – si prendono cioè alle scuole. Un’operazione a perdere che sottrae risorse contrattuali per il personale”.
Queste novità “disorientano tutti”, chiosa Attilio Fratta, presidente del sindacato DirigentiScuola, secondo il quale “la gente non riesce a capire per quale motivo chi non poteva stare a scuola fino a oggi, potrà farlo dal 1 aprile”.
“Cosa devono fare i docenti se non potranno rientrare in classe? – aggiunge – Cosa far fare agli assistenti tecnici se non possono entrare in laboratorio? Sono solo alcuni dei problemi che dovranno affrontare i dirigenti. Ora i docenti tornano a scuola ma non possono stare in classe con gli alunni. E si parla di attività di supporto senza dire chi o cosa supporteranno. Meglio assicurare loro lo stipendio lasciandoli a casa fino alla fine dell’anno”, conclude.
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