“L’obiettivo è avere una estate senza alcuna restrizione” dopo “il 15 giugno”. Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, traccia la roadmap del governo Draghi mostrando un esecutivo intenzionato a riportare la normalità in Italia dopo 2 anni di misure anti-Covid e che non vuole trasmettere ai cittadini la paura di allentare troppo o troppo in fretta.
“Abbiamo visto in questi anni come il virus cambi repentinamente – afferma Costa -. Oggi è impossibile sapere cosa succederà a settembre o a ottobre” mentre “l’obiettivo di avere contagi zero è utopistico e inarrivabile” al contrario dell’obiettivo “di arrivare alla convivenza con il virus”. Per il sottosegretario bisogna guardare ai dati di realtà: “Il dato relativo ai decessi è sempre l’ultimo a calare, come abbiamo visto anche nelle precedenti ondate – spiega -. Per fortuna non vi è una corrispondenza tra il numero dei contagi e la pressione sui nostri ospedali dove i ricoveri sia nelle terapie intensive sia nei reparti ordinari sono in calo ogni giorno”. Parole che generano reazioni nella comunità scientifica, tutt’altro che coesa.
“In autunno ci sarà un’ondata di 20 milioni di contagi, un terzo degli italiani, lo dico perché sarà utile saperlo prima per esser preparati”, è la previsione di Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi Milano. Che paventa anche la possibilità, dopo l’estate, di “reintrodurre l’obbligo di mascherina in qualche caso”. Dal canto suo il sottosegretario è netto: “Io ero tra quelli che sostenevano che forse durante le lezioni, quando i bambini sono a posto nei banchi, l’uso della mascherina poteva essere evitata. Poi è prevalsa la linea di mantenere l’obbligo fino alla fine dell’anno scolastico, anche in considerazione del fatto che ormai siamo vicini al termine”, dice parlando davanti alla platea degli studenti di Medicina e Farmacia dell’Università di Pisa.
Fra medicina e politica si torna a ribadire l’importanza di vaccini e dosi booster, nel giorno in cui uno studio italiano della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma trova possibili correlazioni fra la vaccinazione e il riacutizzarsi della fibrosi polmonare idiopatica (Ipf), una malattia rara che secondo stime in Italia colpisce fra le 30-50mila persone. “La liberazione di citochine infiammatorie, causata dalla vaccinazione, possa aver fatto da innesco di questa esacerbazione acuta”, spiega Giacomo Sgalla, uno degli autori della ricerca pubblicata da American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, pur precisando che si è trattato di 4 casi su 300. Ricerca d’avanguardia a parte, “rinviare la quarta dose agli immunocompromessi e ai fragili in attesa dei vaccini aggiornati è una scelta rischiosa”, afferma il presidente della Gimbe, Nino Cartabellotta. Se “penso agli anziani o agli ultrafragili – ribadisce il sottosegretario Andrea Costa – è l’unico modo per essere protetti di fronte ad una eventuale recrudescenza del virus, così come chi deve ancora ricevere la terza dose, la dose booster, è importante che completi il ciclo vaccinale”.
“Si parla di richiamo in autunno, ci auguriamo che per allora sia pronto il nuovo vaccino, più aggiornato. Sento parlare di quarta, quinta o sesta dose: io parlerei di richiamo annuale, così come facciamo per il vaccino antinfluenzale”, conclude Costa nelle 24 ore in cui l’Italia registra 17.155 contagi, 84 decessi, l’aumento dei ricoveri ordinari (+80) e terapie intensive (+7) ma un calo del tasso di positività ai tamponi (13,6%).