Impossibilità di garantire i servizi minimi per la carenza di personale medico
L’Italia “tra gli ultimi” paesi in Europa per salute mentale, con “zero investimenti” nel Pnrr e “quasi mille psichiatri in meno in 2 anni”, a fronte di un aumento del 30% di diagnosi tra depressione e altre patologie psichiche causate da due anni di Covid, soprattutto tra giovani e studenti. È l’allarme lanciato dalla Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf). Secondo gli esperti, “è urgente istituire un’Agenzia Nazionale dedicata. Se c’è qualcuno in pericolo a causa della Salute Mentale è proprio la cosiddetta ‘Next Generation’, di cui tanto si parla, e il relativo Pil nazionale. Perché il banco questa volta rischia di saltare davvero per l’impossibilità di garantire i servizi minimi in un settore in ginocchio già ben prima della pandemia, con assenza di investimenti, una carenza drammatica di personale medico e ora alle prese anche con un aumento del 30% di diagnosi tra depressione e altre patologie psichiche causate da due anni di Covid, soprattutto tra giovani e studenti: appunto, la Next Generation” si legge in una nota della Sinpf.
“Gli investimenti, che sarebbero dovuti crescere almeno fino al 5% del fondo sanitario nazionale, per raggiungere l’obiettivo del 10% indicato in sede comunitaria per i Paesi ad alto reddito – prosegue il comunicato – sono tracollati dal già misero 3,5% del 2018 a 2,75% del 2020. Cui è seguito un crescente numero di diagnosi post pandemia. Significa che i 728 mila cittadini in cura nei Dipartimenti di Salute Mentale nel 2020 (passati da 183 a 141 dal 2015 al 2020) sono sicuramente aumentati nel 2021-22 anche se non censiti o non ancora individuati. A tutto questo si aggiunge la fuga del personale, sia medico che infermieristico, da dipartimenti già sotto organico da anni. Tanto che nel 2025 mancheranno altri mille psichiatri tra pensionamenti e dimissioni come emerge da uno studio recente di Anaao-Assomed. Infine restano differenze regionali a complicare la situazione. Nonostante alcuni flebili segnali (nella Legge di Bilancio e nelle linee di indirizzo sui Dsm) e un finanziamento della Commissione UEe, non si vede, tra le (ingenti) risorse destinate dal Pnrr alla salute, un solo euro destinato alla Salute Mentale”. Da qui l’appello straordinario per la creazione di una Agenzia Nazionale per la Salute Mentale, “che dovrà ripartire da zero per mettere l’Italia in condizioni di pareggiare i conti con l’Europa e di ridare dignità a chi soffre e a chi lavora in questo settore così strategico per la società e l’economia italiana”.
“Questo impoverimento dei servizi pubblici, ormai sotto la soglia della sopravvivenza, fa sì che si riducano anche le capacità e le possibilità di intervento precoce, mettendo in seria difficoltà le attività di prevenzione, tassello fondamentale per evitare di precipitare nel buio – dice Massimo di Giannantonio, presidente SIP (Società Italiana di Psichiatria) – In particolare il riconoscimento precoce del problema negli studenti, che ci aiuta ad avere una conoscenza vera del fenomeno. Ecco quindi l’importanza di svolgere attività di osservazione e survey nelle scuole, cosi come è fondamentale sviluppare la conoscenza di farmaci e sostanze”.
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