“Il Governo deve riflettere su quanto accaduto e deve prendere dei provvedimenti, perché quanto è accaduto abbia una probabilità bassissima di succedere o possa addirittura essere evitato”. Il volto di Mario Draghi è scavato, gli occhi sono lucidi, la voce è debole. Il premier ha appena incontrato i familiari delle vittime del crollo della Marmolada e porta sulle spalle il dolore e la costernazione di una tragedia che si doveva evitare e che non deve accadere mai più. “Oggi sono qui a Canazei per rendermi conto in prima persona di quel che è successo, vi assicuro che è molto importante essere venuti”, dice avendo al suo fianco i governatori Luca Zaia, Maurizio Fugatti e Arno Kompatscher, e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio. Draghi vive sulla sua pelle la situazione eccezionale che queste zone del nord stanno vivendo. L’elicottero del capo di palazzo Chigi diretto a Canazei, infatti, prima viene indirizzato verso Trento poi ancora verso Verona a causa del maltempo, con l’ultimo tratto (quasi due ore e mezzo) che viene percorso in macchina. L’ex numero uno della Bce arriva nella zona dove sono stati allestiti i soccorsi intorno alle 15 con quasi due ore di ritardo rispetto alla tabella di marcia per una permanenza di poco più di un’ora. Tutto perché voleva toccare e vedere con i propri occhi la devastazione che ha colpito quella fetta di penisola, devastazione che segna profondamente Draghi.
“Sono qui per esprimere la più sincera, affettuosa e accorata vicinanza alle famiglie delle vittime, dei dispersi, dei feriti e alle comunità colpite da questa tragedia – scandisce -. Oggi l’Italia piange le vittime, tutte le italiane e gli italiani si stringono con affetto”. Sulle cime della Marmolada, dopo lo stop dovuto al maltempo, sono riprese incessanti le ricerche dei 13 dispersi, mentre i morti sono 7 e 8 i feriti. Draghi ringrazia la Protezione Civile, i vigili del fuoco, il soccorso alpino, le autorità sanitarie, i volontari “per la loro generosità, la professionalità, il loro coraggio, perché queste operazioni si sono svolte e si svolgono in una situazione di grande pericolo”. La montagna tuttavia non si ferma, le condizioni restano critiche con crolli che, tutti sanno, posso essere ancora dietro l’angolo. “Questo è un dramma che certamente ha dell’imprevedibilità e certamente dipende dal deterioramento dell’ambiente e dalla situazione climatica”, la sottolineatura del premier.