A maggio l’indice di fiducia delle imprese recupera riportandosi in prossimità del livello registrato lo scorso febbraio. Il rialzo è dovuto ad un miglioramento della fiducia nel comparto dei servizi di mercato e in quello del commercio al dettaglio. Così l’Istat commenta le stime sulla fiducia dei consumatori e delle imprese.
L’indice di fiducia dei consumatori registra un’evoluzione positiva dopo quattro mesi consecutivi di calo. Si segnala un diffuso miglioramento di tutte le componenti ad eccezione delle attese sulla situazione economica generale e dei giudizi sulla possibilità di risparmiare in futuro.
A maggio 2022 si stima un aumento sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 100,0 a 102,7) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (da 108,4 a 110,9). Lo rileva l’Istat. A maggio l’indice di fiducia delle imprese recupera riportandosi in prossimità del livello registrato lo scorso febbraio. Il rialzo è dovuto ad un miglioramento della fiducia nel comparto dei servizi di mercato e in quello del commercio al dettaglio.
A marzo il fatturato dell’industria è aumentato del 2,4% su base mensile al netto dei fattori stagionali, registrando una dinamica positiva su entrambi i mercati (+2,6% quello interno e +1,8% quello estero). Lo stima l’Istat in una nota. Nel primo trimestre l’indice complessivo è cresciuto del 4,7% rispetto al trimestre precedente (+ 4,3% sul mercato interno e +5,5% su quello estero). Corretto per gli effetti di calendario, il fatturato totale cresce del 21,4% su base annua, con incrementi del 21,6% sul mercato interno e del 20,9% su quello estero, rileva inoltre l’Istat, specificando che i giorni lavorativi sono stati 23 come a marzo 2021.
Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, a marzo gli indici destagionalizzati del fatturato segnano aumenti congiunturali per l’energia (+12,0%), i beni intermedi (+3,0%) e i beni di consumo (+1,9%), mentre i beni strumentali registrano una lieve riduzione (-0,5%). Per quanto riguarda gli indici corretti per gli effetti di calendario riferiti ai raggruppamenti principali di industrie, si registrano incrementi tendenziali molto marcati per l’energia (+61,9%) e per i beni intermedi (+32,3%), più contenuti per i beni di consumo (+19,0%) e per i beni strumentali (+3,6%). Con riferimento al comparto manufatturiero, gli aumenti tendenziali riguardano tutti i settori di attività economica, ad eccezione dei mezzi di trasporto.