L'atleta di Civitanova Marche vola a 2.30, salto realizzato al secondo tentativo. Tanto basta per trionfare e spazzare via tutte le paure dopo la positività al Covid emersa in seguito ai Mondiali di Eugene, incidente di percorso che ha messo in discussione la sua presenza a Monaco
La barba a metà non c’è più, la classe resta intatta. Più in alto di tutti, ancora una volta. Dall’indimenticabile notte di Tokyo alla fredda serata di Monaco, Gianmarco Tamberi si riveste comunque d’oro, centrando l’accoppiata Giochi-Europeo in poco più di un anno. ‘Bello e impossibile’, il brano di Gianna Nannini che risuona all’interno dell’Olympiastadion per celebrare il trionfo dell’azzurro, ma Gimbo è soprattutto ‘bello e invincibile’ per i suoi avversari, che ha messo nuovamente in fila. Dal tedesco Tobias Poyte all’ucraino Andriy Protsenko, che si sono fermati a 2.27 e si sono dovuti accontentare dell’argento e del bronzo. L’atleta di Civitanova Marche invece vola a 2.30, salto realizzato al secondo tentativo. Tanto basta per trionfare e spazzare via tutte le paure dopo la positività al Covid emersa in seguito ai Mondiali di Eugene, incidente di percorso che ha messo in discussione la sua presenza a Monaco.
Tamberi rinuncia alla barba a metà ma in pedana lo show è lo stesso di sempre. Tricolore sulla spalla destra, scarpa inedita bianco, rossa e verde, l’azzurro supera senza problemi quota 2.18 e 2.23 e fa centro anche a 2.27, esultando con la sua consueta mimica del tiro a canestro. Il papà Marco osserva a pochi metri di distanza, fumando nervosamente la sigaretta elettronica, nel frattempo il figlio tra un salto e l’altro non riesce a star fermo, con l’asciugamano legato in vita per ripararsi dal freddo e dal vento e con uno sparachiodi per fissare degli adesivi alla pista, utili come riferimento al momento di saltare. Il salto decisivo è quello del 2.30: in quel momento Gimbo capisce che è fatta e mima subito la fede al dito, dedica alla compagna Chiara (che bacerà subito dopo il trionfo) che sposerà a settembre. Il resto è un concentrato di abbracci, a partire dall’ucraino Protsenko, e di urla di gioia lungo il campo. Una scena che riporta la mente a quel magico 1° agosto 2021: Jacobs e Tamberi, distanti questa fisicamente ma uniti dal destino di un oro non scontato che alimenta la fiamma di un atletica azzurra in salite come non mai.
Oltre alla performance di Gimbo è stata comunque una giornata importante per l’Italia. A cominciare dall’accesso in finale nei 200 metri di Filippo Tortu, che ha vinto la propria semifinale ma con un crono che non lo soddisfa (20″29). “Era il primo obiettivo e l’ho centrato. Sono leggermente soddisfatto però non ho fatto una bella gara. Non ho corso come volevo – ha ammesso il velocista brianzolo – Domani per puntare a una medaglia servirà molto di più, non dovrò sbagliare nulla. Sarà importante fare la gara migliore dell’anno”. Fuori invece Pettorossi e Desalu, che al pari di Tortu non disputerà la batteria della 4×100 maschile, guidata regolarmente da Marcell Jacobs, che ha smaltito la contrattura al polpaccio e proverà a trascinare l’Italia in finale. Nelle altre finali Nadia Battocletti si piazza settima nei 5000, lontana dal discorso medaglie ma con il miglior crono stagionale (15’10″90). Va a un soffio dal bronzo invece Pietro Arese, quarto ad appena 12 centesimi dello spagnolo Mario Garcia. Con l’azzurro in evidente rimonta e qualche rimpianto lasciato sul rettilineo finale, nonostante il nuovo personale in 3’35″0. Larissa Iapichino infine si piazza quinta nel salto in lungo con 6.62.
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