Al primo turno avanti Macron ma Le Pen non arretra. Il Presidente uscente incassa quasi il 28%, la leader di destra il 23%. La chiamata dell'Eliseo al fronte comune repubblicano per il ballottaggio del 24 aprile
“Nessuna sorpresa”. Sono le parole che ricorrono sulla stampa d’Oltralpe all’indomani del primo turno delle elezioni presidenziali francesi che hanno confermato i pronostici: un ballottaggio il 24 aprile tra il presidente uscente Emmanuel Macron e la leader di estrema destra Marine Le Pen. Il primo ha incassato oltre il 27,6% dei consensi, la seconda il 23%. Alta l’astensione, che ha superato il 25%, il dato più elevato dal 2002. Una sfida, quella tra i due rivali che hanno giocato il primo match nel 2017, che non entusiasma gli elettori, secondo gli osservatori francesi. Secondo Le Parisien i cittadini avrebbero preferito un rinnovamento dell’offerta politica. Lo stesso Macron, nel discorso pronunciato dopo i primi risultati, ha ammesso che nel secondo turno riceverà voti da persone che vogliono arginare l’estrema destra ma che non per forza approvano il suo progetto.
Come avvenuto nella scorsa tornata elettorale, il presidente uscente ha vinto nei grandi centri, in particolare a Parigi, dove ha incassato il 35,49% delle preferenze, contro lo scarso 5% di Le Pen. La leader del Rassemblement National ha fatto fatica invece a convincere le aree metropolitane, mentre spopola nella Francia rurale. E’ suo il primato del maggior numero di comuni conquistati, circa 20mila, distribuiti tra il Nord e il Sud, aree che maggiormente sentono il tema della migrazione, e la Corsica.
Un ottimo risultato lo incassa il candidato de ‘La France Insoumise’, Jean-Luc Mélenchon, che arriva a superare il 22%. Il radicale di sinistra convince giovani e periferie. Un bel bottino di voti che potrebbe essere decisivo per il ballottaggio del 24 aprile. Melenchon ha già detto ai suoi sostenitori di “non dare un solo voto a Le Pen”. Tra due settimane si saprà se seguiranno il consiglio.
Il primo turno ha segnato anche una durissima sconfitta del partito socialista, con la candidata Anne Hidalgo, sindaca di Parigi, che non solo non è riuscita a superare la soglia del 2% a livello nazionale, ma che anche nella città che amministra ha ottenuto un risultato deludente, uno scarso 2,18%. La ex candidata all’Eliseo con i socialisti Segolene Royal ha già parlato della necessità di ricostruire la sinistra. Mentre il quotidiano Le Parisien si interroga se queste elezioni non segneranno per la gauche la “fine di un’era”.
Intanto, Macron e Le Pen si preparano per due settimane di campagna elettorale che si preannuncia serrata. Il presidente uscente, sceso in campo tardi e rimasto quasi in disparte nell’agone politico, ha già deciso di intensificare la sua presenza in comizi, giornali e tv. E prevede di organizzare un grande incontro all’aperto a Marsiglia nel prossimo fine settimana. La leader di destra dovrà impegnarsi ugualmente, superando il ‘trauma’ del duello televisivo con Macron nel 2017, definito allora dai media disastroso. Il presidente francese è riuscito a guadagnare circa quattro punti percentuali di distacco dalla rivale, che gli danno un margine di sicurezza, ma, come lui stesso ha ammesso, “nulla è ancora deciso”. E a pesare è anche l’incognita dell’astensione.
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