Il gas che arriva in Italia dalla Russia, già dimezzato a giugno, è calato secondo ENI a circa 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno. Responsabilità stavolta della manutenzione programmata di Nordstream 1 che durerà fino al 21 luglio salvo ritardi
La corsa contro il tempo per riempire gli stoccaggi in vista di un inverno “delicato”, per dirla con le parole del ministro Roberto Cingolani, si complica ancora. Perché il gas che arriva in Italia dalla Russia, già dimezzato a giugno, è calato – come comunicato da Eni – a circa 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno.
‘Colpa’, stavolta, della manutenzione programmata di Nordstream 1 che durerà fino al 21 luglio, sempre che non ci siano ritardi. “Siamo al 64% dell’obiettivo degli stoccaggi”, assicura l’ad Snam Stefano Venier. Ma la nuova riduzione dei flussi di certo non aiuta e allora la parola d’ordine diventa “sobrietà”. Nessun allarme, precisa il Mite in serata, la riduzione annunciata oggi “equivale in valore assoluto a circa 10 milioni di metri cubi al giorno, e rappresenta una parte marginale della fornitura giornaliera totale che viene ampiamente compensata dalle altre forniture che il governo si è assicurato con il piano di diversificazione portato avanti negli ultimi mesi”. Ma di certo “questo inverno è quello un pochino più delicato” in attesa dell’aumento dei flussi dall’Africa, “dobbiamo avere gli stoccaggi pieni il prima possibile per non andare in carenza nei primi mesi dell’inverno”, conferma Cingolani. E il risparmio – la sobrietà – parte dalla collaborazione dei cittadini, perché il settore residenziale da solo vale il 30% circa dei consumi e il 10-1% delle emissioni: “se regolassimo meglio gli orari del riscaldamento, riducendoli di un’ora, o abbassassimo la temperatura di un grado risparmieremmo 1,5-2 miliardi di metri cubi di *Gas* all’anno”, spiega Cingolani. Sensibilizzare i cittadini è dunque essenziale per stringere la cinghia in vista della stagione fredda e mettere da parte quanto più possibile, un po’ come nella storiella della formica e della cicala.
Ecco perché nel governo “stiamo discutendo di un progetto di informazione ai cittadini, tipo Pubblicità e progresso per capirci, su due grandi settori che sono l’acqua e l’energia. Fra l’altro sono due settori molto collegati. Stiamo pensando di costruire una serie di messaggi che diano dei suggerimenti di comportamento e di sobrietà nell’uso delle risorse e sarà fondamentale lanciare questi messaggi a breve, visto che dopo l’estate comincerà il periodo in cui i consumi crescono”. Ma il risparmio non passa solo da termosifoni ed aria condizionata, che Draghi aveva già suggerito di limitare. Il piano del governo per lo stato di allarme – l’ultimo dei tre step del piano di emergenza, al momento siamo al secondo – prevede una serie di mosse, a partire dal razionamento della fornitura, in primis per le industrie con ‘contratti interrompibili’ di natura commerciale, e poi il riportare a pieno regime le centrali attualmente attive, l’aumento delle importazioni. Ma intanto per ora non è necessario nessun piano di emergenza, assicura il ministero, e lo stato di allerta più alta non scatta. Il piano di diversificazione delle forniture di Gas e di raggiungimento dell’indipendenza energetica dalle forniture russe “prosegue pertanto secondo quanto già annunciato”, con “la sostituzione dei circa 30 miliardi di metri cubi importati annualmente dalla Russia in maniera progressiva già a partire da quest’anno con un iniziale apporto di circa 6 miliardi di metri cubi da altri Paesi, che aumenteranno a circa 18 miliardi nel 2023 per stabilizzarsi a circa 25 miliardi di metri cubi nel 2024″ mentre agli altri 5 si sopperirà con la forte crescita delle installazioni di sorgenti rinnovabili e dalle misure di efficientamento e risparmio energetico”.
Insomma il gas che arriva in Italia dalla Russia, già dimezzato a giugno, sarebbe calato secondo ENI a 21 milioni di metri cubi al giorno, rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni di metri cubi al giorno. La ‘Colpa’, stavolta, è della manutenzione programmata di Nordstream 1 che durerà fino al 21 luglio, salvo ritardi. Ma la nuova riduzione dei flussi non aiuta e la parola d’ordine diventa “sobrietà”. Il Mite precisa “nessun allarme”: la riduzione annunciata “equivale in valore assoluto a circa 10 milioni di metri cubi al giorno, e rappresenta una parte marginale della fornitura giornaliera totale che viene ampiamente compensata dalle altre forniture”
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