Benigni-show per la Giornata mondiale dei bambini che si è chiusa con la messa del Papa in piazza San Pietro alla quale hanno partecipato circa 50mila persone, tra le quali la premier Giorgia Meloni con la figlia Ginevra. Il comico e premio Oscar è stato l’ospite speciale della mattinata, regalando ai bambini provenienti da 100 paesi del mondo un monologo ironico e al contempo ricco di messaggi, con al centro il tema della pace.
“Pieno di gioia come un cocomero”, ha detto l’attore e regista de ‘La vita è bella’ prendendo il microfono sul sagrato e salutando Papa Francesco con un bacio, anche se “due guardie svizzere – ha raccontato – prima di entrare, mi hanno detto: ‘solo una cosa non può fare qui’: toccare il Papa”. “Santità, lei è qui a portata di mano e di cuore, vorrei stringerla e baciarla, potrei anche ballare un tango qui davanti per dimostrarle il mio affetto”, ha esordito Benigni rivolgendosi al Pontefice, felice di ricambiare il suo abbraccio.
Quindi la prima battuta in salsa politica. “Quando mi chiedevano che cosa volessi fare da grande, io rispondevo serio serio: il Papa. Io ho una vocazione. Quasi quasi alle prossime elezioni mi presento anche io, non dopo di lei, insieme a lei, facciamo il campo largo. Mettiamo sulla scheda Jorge Mario Bergoglio, detto Francesco… vinciamo subito, una bella idea!”, ha scherzato il comico. Ad ascoltare in prima fila il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, con il figlio Viktor, e la premier Meloni, che Benigni nei saluti chiama “il signor presidente del Consiglio”.
L’attore è entrato quindi nel vivo del suo ‘show’. I bambini, per l’attore, non sono un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere“, quindi “prendete il volo, prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro. Costruite un mondo migliore, noi non ci siamo riusciti“, ha spronato. “Qui – ha proseguito l’attore toscano – siamo in Vaticano, che è la città del Signore, il regno di Dio dove tutto è possibile, anche che uno di voi diventi Papa… magari africano, il primo papa africano o asiatico della storia, o forse di un quartiere popolare di Roma, di Testaccio, o una donna, il primo papa donna della storia… Ne parlerebbero sulla luna, sarebbe straordinario, pensate che roba”.
Quindi il passaggio sui conflitti: “Molto spesso – ha affermato Benigni – il mondo è governato da gente che non sa cosa siano la misericordia, l’amore. Gente che commette il più grave e il più stupido dei peccati, la guerra: una parola brutta, che sporca tutto, non la si può ascoltare. Eppure dobbiamo porre fine a questa cosa. La guerra deve finire. Anche se nessuno ha trovato ancora la parola giusta per fermare la guerra: ‘guerra fermati’, un po’ come ‘apriti sesamo’, sono convinto che in mezzo a voi ci sia chi la troverà dobbiamo cercarla insieme”.
All’inizio della celebrazione, anche il Papa aveva chiesto ai bambini di pregare “per i genitori, per i nonni, per i bambini ammalati e soprattutto per la pace“. Durante la messa, Bergoglio ha scelto di mettere da parte il testo dell’omelia, iniziando una sorta di dialogo con i bimbi presenti, ai quali, quasi come in una lezione di catechismo, ha spiegato a braccio che “Gesù perdona tutto e perdona sempre” e che lo Spirito Santo “ci accompagna nella vita”.
Domande, quelle del Santo Padre, alle quali i bambini hanno risposto in coro con entusiasmo. L’evento – colorato da cappellini e condito da slogan, cartelli e striscioni – si è chiuso con un applauso ai nonni e i ringraziamenti all’organizzatore, padre Enzo Fortunato. L’appuntamento per la seconda edizione della Gmb è a settembre 2026.