Volontari in azione a Camerota per garantire la sopravvivenza della specie protetta
Nella Giornata Mondiale delle Tartarughe Marine l’Enpa, proprio in queste ore impegnata in monitoraggi sulle spiagge del Cilento sulle tracce delle tartarughe Caretta e che stamattina ha trovato un nuovo nido a Camerota (SA), ricorda come dobbiamo comportarci quando le incontriamo e quali sono le minacce più frequenti alla sopravvivenza di questa specie. Nelle ultime 24 ore l’Enpa ha recuperato 8 tartarughe morte: 6 ieri con la Sezione di Lagosanto, una oggi sempre a Lagosanto (Ferrara) e una in provincia di Caserta, una mamma tartaruga adulta trovata morta a Castel Volturno, nei pressi del lido la Plancha, con la rete da pesca attaccata attorno alla pinna.
L’Ente Nazionale Protezione Animali con il “Progetto Tutela Animali Marini Enpa” è presente con diverse sezioni sul territorio per assistere e tutelare animali marini come le tartarughe Caretta caretta. In particolare, con le Sezioni di Salerno (costa del Cilento), Lagosanto (Alto Adriatico) e con la Delegazione di Lesina (costa nord del Gargano). Nel 2021 il 74% dei nidi del mediterraneo occidentale è stato segnalato lungo le coste italiane. Di queste il 52% in Campania.
“Sono ormai diversi anni – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – che i nostri volontari collaborano con i centri specializzati e con le istituzioni per garantire la sopravvivenza di questa specie particolarmente protetta. Lo scorso anno, solo in Cilento il monitoraggio quotidiano dei nostri volontari ha portato all’individuazione e alla messa in sicurezza di 52 nidi che hanno dato vita a oltre 3000 piccole tartarughe le quali hanno raggiunto il mare in sicurezza. Un progetto, quello del Cilento, supervisionato dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Portici. Lo scorso anno poi a Goro abbiamo inaugurato il primo Centro Formazione Marittima-Fluviale dell’Enpa per la formazione e l’aggiornamento di guardie zoofile e volontari. Inoltre facciamo ogni anno campagne informative direttamente nelle spiagge per sensibilizzare i bagnanti e informarli su come muoversi in caso di ritrovamenti di tracce, nidi e tartarughe. E ancora, collaboriamo alla ricerca scientifica recuperando, purtroppo ancora troppo spesso, gli esemplari morti per portarli agli istituti zooprofilattici che li esaminano per stabilire le cause della morte. La pesca intensiva con tutto quello che comporta e la plastica nei nostri mari sono i primi killer di questi animali incredibili. Solo la Sezione di Lagosanto lo scorso anno ha recuperato 44 tartarughe morte, ieri ne ha recuperate 6 e in queste ore è impegnata nel recupero di una tartaruga morta. Non possiamo più stare a guardare!”
Vademecum su cosa fare se vediamo una tartaruga o le sue tracce.
Se vedete una tartaruga che risale la spiaggia o che torna verso il mare potrebbe essere una femmina adulta che sta cercando un luogo adatto per depositare le sue uova. È importante non disturbare l’animale per evitare di stressarlo in un momento così delicato, infatti la risalita e la deposizione richiedono un grande dispendio energetico, e se infastidita potrebbe tornare in mare per cercare un’altra spiaggia. Se doveste incontrare l’animale in queste fasi, o le tracce sulla sabbia lasciate dal suo passaggio, contattate la capitaneria di porto al 1530. Evitate di cancellare le tracce fino all’arrivo dei biologi e dei volontari. Non sostate davanti o ai lati dell’animale. Non illuminatelo, neanche per fare delle foto.
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