Finali dal 2 al 4 maggio alla Sapienza Università di Roma e in Campidoglio
Nel corso della pandemia i cobot hanno sostituito le persone in diversi contesti, dalla disinfezione degli ambienti al trasporto di medicinali e cibo. Ora a RomeCup torniamo in presenza insieme a loro, per scoprire chi sono e cosa fanno i robot sociali. La 15ª edizione si apre il 2 maggio alle 10 con una giornata di orientamento per i giovani sui lavori del futuro e sulle tendenze dell’innovazione tecnologica. Con l’aiuto di esperti gli studenti esplorano l’area Human Robot Interaction, approfondiscono le applicazioni dell’intelligenza artificiale e scoprono le nuove professioni di medicina e ingegneria biomedica che rispondono alla sfida della consilience, la convergenza di discipline diverse. Quali sono gli ambiti di ricerca di maggiore interesse? Come sta cambiando il mercato del lavoro e l’offerta formativa degli atenei? A rispondere sono: Antonio Frisoli, docente di Robotica e direttore dell’area Interazione uomo-robot presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; Maurizio Lenzerini, professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale Antonio Ruberti, Sapienza Università di Roma; Eugenio Guglielmelli, prorettore alla Ricerca del Campus Bio-Medico di Roma; Maria Laura Costantino, presidente del corso di laurea MedTech School, Humanitas University e Politecnico di Milano.
L’area dimostrativa, con 32 stand e un centinaio di prototipi, mostra le eccellenze della robotica italiana. Esperti e ricercatori incontrano i giovani in 11 talk di orientamento universitario. Nei contest creativi 15 scuole lavorano con 11 atenei per elaborare originali soluzioni robotiche in diversi campi (assistenza, agricoltura, trasporti ecc.), mentre 81 squadre di studenti di 24 scuole si sfidano in 8 categorie di gara, dal robot calciatore al robot soccorritore, per partecipare ai mondiali di robotica di luglio in Thailandia. Tra le dimostrazioni anche le sfide di World Robot Olympiad a partire da 6 anni e le esibizioni calcistiche dei Nao, allenati dai ricercatori della Sapienza.
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