Il ministro per la Pubblica Amministrazione Brunetta: “Profeti recessione si ricredano”
I conti economici trimestrali dell’Istat hanno infatti rivisto al rialzo la stima preliminare sull’andamento del Pil nel primo trimestre di quest’anno. E rispetto a un rallentamento congiunturale dello 0,2%, profilato a fine aprile l’istituto ha effettuato una revisione al rialzo nella stima definitiva (+0,1%), che ha preso in considerazione l’apporto del comparto servizi, che nelle valutazioni preliminari era stato sotto rappresentato.
La stima completa fa registrare, oltre a una crescita del Pil dello 0,1% in termini congiunturali, una del 6,2% in termini tendenziali. Si tratta di stime al rialzo rispetto alla stima preliminare dello scorso 29 aprile, quando in particolare era stata prevista invece una diminuzione dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e un aumento tendenziale del 5,8%. L’Istat ha evidenziato che la revisione congiunturale di 0,3 punti percentuali nella stima definitiva, benché di rilievo, non rappresenta una eccezione assoluta in questo periodo ancora influenzato dalla pandemia, visto che nel primo trimestre del 2021 la revisione al rialzo era stata di 0,5 punti.
La parola ‘recessione tecnica’, evocata ultimamente più volte da esponenti del mondo della politica e temuta dagli osservatori e decisori economici in uno scenario “severo” della crisi Ucraina, scatta quando il Prodotto interno lordo trimestrale è inferiore a quello del trimestre precedente per due volte di seguito. E i dati Istat di oggi non la fanno scattare, ma la prospettiva economica rimane comunque volatile per le incertezze legate alla guerra fra Mosca e Kiev. Tutto questo mentre l’inflazione torna ad accelerare a maggio.
Ma Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione, proprio alla luce delle stime Istat parla di una economia del Belpaese più forte delle Cassandre. “I profeti di sventura che preconizzavano una recessione in Italia nel 2022 dovranno, quindi, ricredersi – dice Brunetta – e constatare che l’economia italiana sta reggendo anche alla prova della guerra in Ucraina. L’industria e l’agricoltura italiane continuano a segnare tassi di crescita positivi (rispettivamente +0,5 e +1,8%) come del resto l’export del made in Italy (+3,5%). La ripresa degli investimenti, inoltre, si attesta a un +3,9%”. Brunetta sottolinea che “la credibilità della spinta riformista del Governo Draghi continua, quindi, a produrre i suoi effetti positivi sulla nostra economia e sulla nostra società. I risultati ci sono e sono migliori delle attese”.
La ripresa italiana è stata determinata soprattutto dalla domanda interna e in particolare agli investimenti a fronte di un contributo negativo della domanda estera. Sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato negativo mentre è risultato nullo sia quello delle amministrazioni pubbliche, sia quello della variazione delle scorte. Per quanto riguarda la crescita acquisita per il 2022, ovvero quella che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno, è pari al 2,6%. L’ultimo dato diffuso dall’Istat il 29 aprile, sulla base della stima preliminare del Pil, fissava la crescita acquisita per l’anno al +2,2%.
In una nota il ministero dell’Economia evidenzia che “la revisione al rialzo della stima Istat di crescita del Prodotto interno lordo (Pil) nel primo trimestre è in linea con le più recenti stime del Ministero dell’Economia e delle Finanze e porta al 2,6% la crescita acquisita per il 2022, ovvero quella che si realizzerebbe se il PIL restasse invariato da qui a fine anno”. “Per il secondo trimestre – aggiunge via XX Settembre – stimiamo un significativo aumento del Pil sul primo trimestre che metterebbe il percorso di crescita annua in linea con la previsione del Def o quantomeno prossimo ad essa”. Se si va poi oltre confine, il Pil dei paesi dell’area Euro – fa notare l’Istat – è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e del 5% nel confronto con il primo trimestre del 2021.
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