Preghiere a S. Maria Maggiore per chiedere la pace, "il dono che il mondo attende”
Seduto sulla sedia a rotelle a cui ormai fa spesso ricorso per via del ginocchio dolorante, Papa Francesco, ben saldo tra le mani, stringe il suo rosario: a ogni grano, sussurra una preghiera a Maria Regina Pacis affinché interceda “contro la follia della guerra”. Insieme a lui, uniti nella supplica, ci sono i fedeli di tutto il mondo: quelli presenti fisicamente e quelli in collegamento in diretta streaming dai santuari di alcuni Paesi – tra cui quello di Zarvanytsia, in Ucraina – dove la pace è ancora “il dono che il mondo attende”. La preghiera del Santo Padre e la sua parola vengono “sempre ascoltate nella comunità internazionale e fa l’eco tra i politici, e altri leader di questo mondo”, ha assicurato qualche giorno fa il vescovo greco-cattolico Mykhaylo Bubniy, esarca di Odessa.
Tante le persone presenti stasera – in tutto circa 900 – riunite in rappresentanza del “Popolo di Dio”: scout e giovani che hanno ricevuto i sacramenti della cresima e della prima comunione, cappellani militari, volontari, alcuni profughi, una famiglia siriana e una venezuelana. Ci sono membri del corpo della Gendarmeria Vaticana e della Guardia Svizzera Pontificia e le tre parrocchie della Capitale intitolate alla Vergine Maria Regina della Pace, insieme ai membri della Curia romana. A conclusione del mese mariano di maggio, la Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma ha dunque accolto tutti coloro che hanno voluto, con la loro preghiera, “un segno di speranza al mondo, sofferente per il conflitto in Ucraina, e profondamente ferito per la violenza dei tanti teatri di guerra ancora attivi”.
Tra loro c’è anche una famiglia ucraina venuta a testimoniare a nome di tutto coloro “che sperimentano le violenze e i soprusi della guerra”. E’ quella di Oksana Boyko, originaria di Brody, cittadina a un centinaio di chilometri da Leopoli: con lei il marito e i figli piccoli. Tutti recitano l’Ave Maria per chiedere la pace per la loro patria devastata dal conflitto. “La guerra dovrebbe sparire dalla terra e mai può essere considerata giusta. Spero che questa preghiera potrà aiutare a uscire da questa guerra feroce, perché sparisca il concetto stesso di guerra”, aveva raccontato Oksana, intervistata da Vatican News alla vigilia di questo momento di preghiera.
“Questa sera, al termine del mese a Te particolarmente consacrato – invoca Papa Francesco rivolgendosi alla Vergine Maria – eccoci di nuovo dinnanzi a Te, Regina della pace, per supplicarti: concedi il grande dono della pace, cessi presto la guerra, che ormai da decenni imperversa in varie parti del mondo, e che ora ha invaso anche il continente europeo. Siamo consapevoli che la pace non può essere solo il risultato di negoziati né una conseguenza di soli accordi politici, ma è soprattutto dono pasquale dello Spirito Santo”, prosegue. “Abbiamo consacrato al tuo Cuore Immacolato le nazioni in guerra e domandato il grande dono della conversione dei cuori. Siamo certi che con le armi della preghiera, del digiuno, dell’elemosina, e con il dono della tua grazia, si possano cambiare i cuori degli uomini e le sorti del mondo intero. Oggi – aggiunge il Pontefice – eleviamo i nostri cuori a Te, Regina della Pace: intercedi per noi presso il Tuo Figlio, riconcilia i cuori pieni di violenza e di vendetta, raddrizza i pensieri accecati dal desiderio di un arricchimento facile, su tutta la terra – conclude – regni duratura la tua pace”.
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