Si impenna la quotazione del gas sul mercato per la crescita dei prezzi spot in Asia e la chiusura di alcuni impianti di produzione in Norvegia dovuta alla manutenzione già programmata dall’altro l’incremento delle temperature e il contemporaneo calo dell’energia eolica in Europa. E anche se, nei fatti – cioè sulle bollette – le conseguenze si vedranno in differita, Gazprom già mette in guardia sui rincari che attendono il prossimo inverno facendo presente che se la tendenza continua a essere questa i prezzi potrebbero arrivare a superare i 4mila dollari per 1.000 metri cubi.
Un peso ulteriore sulla strada della transizione energetica, lo mette il gigante energetico russo che non esclude un incremento dei prezzi del gas in Europa in inverno fino a oltre 4mila dollari per 1.000 metri cubi. In particolare – viene spiegato da Gazprom secondo quanto riferito dall’agenzia russa Tass – gli scambi spot in Europa hanno oltrepassato i prezzi di 2.500 dollari; quindi in base a “stime prudenti – viene rilevato – se la tendenza dovesse continuare, in inverno i prezzi supereranno i 4mila dollari per 1.000 metri cubi”. Se la stima fosse corretta si tratterebbe di un incremento di circa il 60% rispetto ai valori attuali. A marzo i prezzi si erano avvicinati ai 3.900 dollari per 1.000 metri cubi.
Intanto un contesto quindi fortemente influenzato dalle oscillazioni di mercato, che a loro volta risentono dei venti russi e delle sanzioni imposte a causa della guerra in Ucraina, l’Eurostat fornisce i primi dati sulle emissioni di CO2 dell’economia dell’Unione europea relative al primo trimestre 2022 che sono in aumento rispetto al 2020 e al 2021 ma ancora al di sotto del periodo pre-Covid. Nel primo trimestre del 2022 le emissioni di gas a effetto serra sono state infatti pari a 1.029 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti, in aumento del 7% e del 6% rispetto allo stesso trimestre del 2020 e del 2021; mentre nel primo trimestre del 2019 l’economia dell’Ue aveva emesso 1.035 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti.