Il campione spagnolo si è imposto con il punteggio di 6-3, 6-3, 6-0
Non si possono neanche più contare, imprese e record di Rafael Nadal: il campione spagnolo batte in finale il norvegese Casper Ruud, con il punteggio di 6-3, 6-3, 6-0 e conquista il suo 14esimo Roland Garros, il 22esimo titolo del Grande Slam, due in più degli storici rivali Federer e Djokovic. E non si ferma qui: “Ho tanta energia per provare a continuare. Non so cosa accadrà nel futuro ma continuerò a lottare”, dice con in mano il trofeo, mettendo a tacere le voci circolate nelle ultime ore su una presunta decisione di annunciare il ritiro. La giornata inizia infatti con il ‘giallo’ su una seconda conferenza stampa richiesta da Nadal dopo la finale, e si moltiplicano le voci e le ipotesi su un suo eventuale ritiro. Ma lo staff smentisce: non è mai stata richiesta una conferenza ‘aggiuntiva’. E lui fa il resto sul campo. Arriva concentrato e determinato come sempre, Ruud comincia timoroso, forse sentendo la grandissima pressione che grava sulle sue spalle. “Oggi – dirà alla fine congratulandosi con il campione – ho avuto la sensazione di quello che si prova a giocare contro di te in finale, non sono la prima vittima, ce ne sono stati tanti prima di me”. Il primo set è di Nadal in 51 minuti, 6-3, e nonostante un break conquistato, il norvegese non sembra in grado di impensierire il campione spagnolo, che come sempre sembra a casa sua sulla terra rossa del centrale del Roland Garros. Il secondo set parte con un game molto combattuto, sul servizio di Ruud, che sa che non può permettersi di subire un break in apertura. E riesce a difendersi dalla veemenza dei colpi di Nadal e a tenere il servizio. Non solo: sul 2-1 è lui a conquistare un break complice un piccolo passaggio a vuoto dello spagnolo che si traduce in tre doppi falli. Ma subito c’è il contro-break e sul 3-3 è Nadal a conquistare il break: anche il secondo set è segnato. Quando gioca il suo tennis senza errori, senza dover nemmeno forzare più di tanto, lo spagnolo è ancora incredibilmente superiore a tutti gli altri, Ruud compreso. Non dà respiro al norvegese e vince cinque giochi di seguito nel set, conquistandolo con il medesimo punteggio del primo, 6-3, in 57 minuti. Non serve a Ruud neanche il suo servizio a 200 all’ora: Nadal non solo lo prende, ma riesce anche a impostare lo scambio come vuole lui. Conquistare un game per il norvegese è uno sforzo immane.
Il terzo set è decisivo: ultima chiamata per Ruud. Ma Nadal gioca il suo tennis senza dare respiro all’avversario e va subito sul 2-0 con un break al secondo gioco. Nel terzo Ruud prova a lottare ma lo spagnolo si porta sul 3-0 e in soli 24 minuti sul 5-0. Dal 3-1 a suo favore nel secondo set, Ruud non ha più vinto un game e il parziale a favore dello spagnolo ora è pesante: 10-0. Il norvegese ha un turno di servizio per cercare di rientrare in partita. Ma Nadal non la pensa allo stesso modo: vuole chiudere, e così fa, con un perfetto rovescio lungo linea per portare a casa il 92esimo titolo in carriera, il 63esimo sulla terra rossa. Contro di lui nulla ha potuto neanche uno dei giovani emergenti più forti, che da bambino aveva il mito di Rafa e oggi ha potuto sfidarlo in una finale Slam. Ruud lascia il torneo da numero 6 al mondo, Nadal rimane quarto ma si avvicina ai primi tre. E dà ancora una volta la dimostrazione che, come sottolinea il Re di Spagna, Filippo VI, a fine match, dopo aver esultato dagli spalti per il ‘suo’ giocatore, “pochi sono competitivi come Rafa: quando si pone un obiettivo lo raggiunge”.
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