Settantanove coltellate, nessuna pietà e nessun pentimento
La pm della procura di Lecce ha chiesto alla Corte d’Assise di condannare all’ergastolo con isolamento diurno per un anno, Antonio De Marco, l’ex studente di Scienze infermieristiche, originario di Casarano (LE), imputato e reo confesso di aver ucciso i fidanzati Daniele De Santis, arbitro di calcio, 33 anni, ed Eleonora Manta, 30, dipendente Inps a Brindisi, nel loro appartamento a Lecce mentre erano a cena il 21 settembre 2020. De Marco venne arrestato 7 giorni dopo il duplice omicidio ed è ristretto nel carcere di Lecce.
Settantanove coltellate. Nessuna pietà e nessun pentimento. A muovere De Marco fu “l’invidia”, secondo la pm Maria Consolata Moschettini che ha contestato le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Quarantuno fendenti per lei, 38 per lui. Nessun dubbio per la pm sulla capacità di intendere e volere dell’imputato, accertata dalla perizia disposta della Corte. Il movente, nella ricostruzione dell’accusa, è da cercare nella gelosia di De Marco per la felicità mai trovata che lo avrebbe portato a uccidere chiunque. “Se l’intento all’inizio era vago, poi venne circoscritto: il 7 agosto De Marco scrisse di voler eliminare Daniele”. De Marco conobbe i fidanzati avendo occupato, per un certo periodo, una stanza di quell’appartamento per ragioni di studio.
Quanto alla premeditazione, la pm ha ricordato che l’imputato conservò copia delle chiavi dell’abitazione, scrisse su 5 bigliettini, alcuni persi durante la fuga, come procedere, studiò il percorso per non essere ripreso dalle telecamere di videosorveglianza, dimenticandone una, acquistò un coltello da caccia e disegnò occhi e bocca su un paio di calze usate per nascondersi il volto. La pm ha anche ricordato che a distanza di un’ora dal duplice omicidio, De Marco scrisse una lettera alla madre. E stando a quanto emerso dalle perizie sul pc, cercò un sito di escort.
De Marco non ha preso parte all’udienza. Erano presenti i genitori dei fidanzati, parti civili. “Speriamo venga applicata la pena dell’ergastolo con isolamento diurno e che sia davvero un fine pena mai, come la sofferenza dei genitori – dice a LaPresse l’avvocato Mario Fazzini che rappresenta Fernando De Santis e Floreana Rita Rossi, i genitori di Daniele De Santis – La sofferenza che si legge nei loro occhi non è descrivibile”, sottolinea l’avvocato. “Il risarcimento del danno non interessa: non esiste cifra che possa colmare il vuoto. Qualunque somma, sarà devoluta in beneficenza o si creerà una fondazione o un’associazione no profit”, conclude.
Parte civile è anche il Centro Internazionale Diritti Umani secondo cui le condotte contestate costituiscono “violazione alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali sottoscritta a Roma nel 1950”. Il 17 maggio parola ai difensori di De Marco, per i quali sarebbe stata necessaria una nuova perizia. Secondo gli avvocati Andrea Starace e Giovanni Bellisario, dai test somministrati a De Marco emerge una “personalità psicotica con aspetti deliranti e spettri autistici”. Sentenza prevista per il 7 giugno.
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