È scattato all’alba il nuovo blitz dei carabinieri contro il mandamento mafioso di Porta Nuova, a Palermo.
Dopo i 18 fermi del 6 luglio, i militari del nucleo investigativo del reparto operativo di Palermo hanno arrestato 12 persone (4 in carcere, 8 ai domiciliari) in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Palermo su richiesta del procuratore aggiunto della Dda Paolo Guido e del pool di sostituti che ha coordinato l’indagine. Quattro indagati sono finiti in carcere, mentre altri otto agli arresti domiciliari. I dodici sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, coltivazione e spaccio di stupefacenti, violenza privata e lesioni personali aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose.
L’operazione di questa notte è il seguito di un blitz che nel febbraio scorso aveva colpito boss e gregari del mandamento, scattato pochi giorni dopo l’omicidio del capomafia Giuseppe Incontrera, delitto per cui è in custodia cautelare il reo confesso Salvatore Fernandez, anche lui indagato nella prima tranche dell’indagine. Entrambi i blitz sono scattati dopo che dalle intercettazioni sono emersi chiari segnali di una possibile escalation di violenze.
Gli arresti di oggi hanno evitato che si consumasse la vendetta per l’omicidio di Emanuele Burgio, il pregiudicato vicino ai clan, ucciso alla Vucciria il 31 maggio dello scorso anno. I carabinieri del nucleo investigativo hanno arrestato il padre Filippo Burgio che proprio oggi sarebbe stato scarcerato. Dalle indagini coordinate dai magistrati della Dda è emerso come il padre stesse pianificando da mesi la vendetta per l’uccisione del figlio e avesse già identificato i soggetti che lui riteneva co-responsabili dell’omicidio del figlio.
Il blitz di oggi contro il mandamento di Porta Nuova ha di fatto azzerato le sei piazze di spaccio della città di Palermo. Gli inquirenti hanno disarticolato tutte la filiera del traffico di stupefacenti nel mandamento di Porta Nuova: dall’approvvigionamento all’ingrosso fino allo spaccio al dettaglio. Un business gestito direttamente dai vertici della struttura criminale per alimentare le casse mafiose. L’associazione avrebbe assunto la gestione diretta di 6 piazze di spaccio, localizzate nei centralissimi quartieri del Capo, della Vucciria, di Ballarò e della Zisa (via dei Cipressi, piazza Ingastone e via Regina Bianca), tutte capeggiate da elementi gravemente indiziati di appartenere a cosa nostra.