“Guardate come è messo male il ghiacciaio. Nei giorni precedenti continuavi a sentire torrenti che scavavano sotto al ghiaccio ma il crollo è avvenuto da sopra”. A parlare da Canazei è Carlo Budel, gestore del rifugio alpino di Punta Penia, sulla Marmolada: “Era scoperto dalla neve già a giugno, di solito quando arrivo ci metto ore per entrare nel rifugio per via della neve, quest’anno no”. Budel è una delle persone che racconta dei torrenti che, scavando sotto il ghiacciaio, potrebbero essere tra le cause del crollo del seracco avvenuto domenica tre luglio. Le condizioni sono anche ora molto difficili: tra maltempo e caldo, i soccorsi sono costretti spesso a fermarsi. Ma la ricerca dei dispersi non si arresta: “Continuiamo con le ricerche con i droni cercando di trovare ancora qualche reperto che ci aiuti a ricostruire l’accaduto, anche per dare una risposta più certa ai famigliari che aspettano notizie sui loro congiunti” dice il presidente del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino, Maurizio Dellantonio.