Capi di seta e cotone decostruiti, ispirati ai vestiti borghesi dell’Illuminismo, perdono i paniers, le strutture, le tortuosità, e assumono un tono sexy, prepotente e audace tipico della fine anni Novanta/inizio Duemila. E per la prima volta, il denim dilaga, grazie alla collaborazione con Archive Surplus. Tutto questo nella collezione ‘A room with a view, SS 24’, nuovo trampolino dell’identità stilistica di _ DENNJ_. All’apparenza, gli abiti sono semplici e freschi, ma in realtà sono tecnicamente complicatissimi. Provincia Emiliana, ritmi lenti e precisione sartoriale. Così Dennj ha imparato a lavorare: lavorando. Tutto inizia con una capsule collection da tessuti deadstock e vintage, poi il sogno si dilata.
Grazie a una breve, ma necessaria parentesi in una fashion school di Milano – città che diventa casa – Dennj comincia ad apprendere il linguaggio della moda e a conoscere i meccanismi del settore. Con questo valore aggiunto, presto ritorna al suo personale campo di prova quotidiano: le sue macchine da cucire. Qui disegna, sperimenta, tenta, immagina e realizza, acquisisce manualità. Un esercizio di stile che non trascura nemmeno per un giorno. Una positiva, fertile tensione del fare.
Dennj stravolge e rielabora i metodi del processo creativo, senza staccarsi dall’idea classica ed estetica della bellezza. La declina in ogni capo, la contamina di personali suggestioni. La sua passione per il vintage, la conoscenza di archivi storici, si percepisce dai tagli e, soprattutto, dai tessuti scelti, che vengono recuperati e reinventati in chiave moderna. La sua moda non appare mai come una riproposizione di capi old style, tutt’altro, è innovativa e moderna. Il trasporto dall’idea di abito – iconica, archetipica – ad abito indossabile, versatile, è la parte di lavoro più intensa, perché fortemente sartoriale, nella sua accezione più legata alla tradizione italiana, e contaminata da spunti poliedrici e suggestivi. Il 20 settembre la presentazione della collezione a Milano, nei giorni della Fashion Week.