Il Pontefice lancia un appello ai partiti impegnati nella campagna elettorale: "Responsabilità civica. Draghi? Uomo di qualità". E sul viaggio in Ucraina ammette: "Vorrei andare. Vediamo la gamba cosa dice"
Un’unica raccomandazione, alla “responsabilità civica”. E’ quella che Papa Francesco – sull’aereo di ritorno dal Canada – fa ai partiti italiani impegnati nella campagna elettorale. Poche parole, dunque. Ma mirate. Il Pontefice assicura: “non voglio immischiarmi nella politica interna italiana”. Tuttavia, chiacchierando con i giornalisti sul volo, fa notare che dall’inizio del secolo l’Italia ha avuto un numero elevato di governi. Quanto a Mario Draghi, il Santo Padre ha sottolineato che nessuno può dire che “non fosse un uomo di alta qualità internazionale”.
Draghi si è dimesso. Bergoglio, assicura, non intende farlo. Quantomeno per il momento. “E’ una opzione normale”, spiega. Tuttavia fino ad oggi “non ho sentito di pensare a questa possibilità. Questo non vuol dire che dopodomani non cominci a pensare, no? Ma in questo momento sinceramente no”. E in ogni caso “sarà il Signore a dirlo”.
Il “viaggio penitenziale” in Canada, per chiedere scusa alle popolazioni indigene per le violenze e gli abusi subìti nei collegi cattolici in nome dell’assimilazione forzata – “un genocidio” conferma – è stato una sorta di test. Durato sei giorni, scandito da numerosi impegni istituzionali, è stato impegnativo sia dal punto di vista emotivo quanto da quello fisico: il ginocchio continua a far male e sempre più spesso il Santo Padre ha dovuto far ricorso alla sedia a rotelle. “Non credo che possa andare con lo stesso ritmo dei viaggi di prima. Credo che alla mia età e con questa limitazione devo risparmiare un po’ per poter servire la Chiesa”, ha spiegato. Anche se la lista dei prossimi viaggi sembra essere comunque fitta: “In Ucraina vorrei andarci. Vediamo adesso cosa trovo quando arrivo a casa. In Kazakistan per il momento mi piacerebbe andare, è un viaggio tranquillo, senza tanto movimento, è un congresso di religioni. Per il momento tutto rimane. Devo anche andare in Sud Sudan prima che in Congo, vediamo… Io ho tutta la buona volontà – sottolinea – ma vediamo la gamba cosa dice”. E a chi gli chiede se non sia il caso di considerare l’intervento chirurgico risponde che “non si scherza con l’anestesia”, manifestando così il suo timore ad andare sotto i ferri. Tuttavia, assicura, “cercherò di continuare a fare dei viaggi ed essere vicino alla gente perché credo che è un modo di servire: la vicinanza”.
Bergoglio, anche se non si sbilancia, lascia aperta la possibilità che la Chiesa possa riconsiderare la sua posizione in tema di anticoncezionali. “L’indietrismo è un peccato perché non va avanti con la Chiesa”. Dunque il dovere dei teologi “è la ricerca, la riflessione teologica” e “non si può fare teologia con un ‘no’ davanti. Poi sarà il Magistero a dire no, sei andato oltre, torna. Ma lo sviluppo teologico deve essere aperto, i teologi (ci) sono per questo. E il Magistero deve aiutare a capire i limiti”.
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