C’è voluto il Pnrr per concretizzare il sogno lungo cent’anni di collegare Trento alla sua Alpe. Dopo una sfilza di progetti avveniristici che non hanno mai incontrato il favore della finanza pubblica e privata, archistar che hanno detto la loro, le ritrosie degli ambientalisti e i ‘stavolta ci siamo’ dei tanti candidati che si sono succeduti alla guida dell’autonomia, i 35 milioni di euro in arrivo dal ministero delle infrastrutture hanno fatto il miracolo. La funivia Trento-Bondone si farà. Per il comprensorio sciistico, che ha vissuto l’era d’oro negli anni Ottanta, sarebbe la rinascita. Ma ora bisogna correre: il progetto deve essere presentato entro la fine del mese.
“I tempi sono stretti ma siamo determinati a non perdere l’opportunità – precisa il sindaco, Franco Ianeselli -. I tecnici di Comune e Provincia si stanno incontrando per definire le pratiche e mettere nero su bianco le ipotesi progettuali. Non siamo di fronte a una ‘semplice’ opera funiviaria per ridare ossigeno all’offerta turistica del Bondone. L’infrastruttura è destinata a essere anche una soluzione di trasporto pubblico grazie alle fermate di Vason, Sardagna e Vaneze”. Un’accelerazione che potrebbe convincere i privati a mettere mano al portafoglio. Almeno così auspicano amministrazione comunale e provinciale. “Il supporto dei privati è essenziale, aspettiamo che si facciano avanti – osserva Roberto Failoni, assessore provinciale al turismo -. E’ un’occasione che nessuno vuole perdere. Il collegamento funiviario in partenariato pubblico-privato riguarderà non solo l’impianto ma anche le altre opere complementari come il parcheggio di attestamento”.
Intanto, a quanto si apprende, le ipotesi progettuali sarebbero tre: telecabina, impianto a tre funi, soluzione mista con una funifor e una telecabina. Poi ci sono i punti fermi: partenza in destra Adige, passaggio per Sardagna, collegamento con la città e un parcheggio da almeno 1.500 posti. Costo complessivo: dai 35 ai 60 milioni di euro, a seconda delle soluzioni, più 2,5 milioni di euro di spese di gestione. “Con il project financing si coprono tutte le spese – assicura Failoni -. Possiamo passare dal sogno alla realtà, nel pieno rispetto dell’ambiente. Ma serve l’impegno concreto di tutti. Comune e Provincia, con la firma del protocollo di collaborazione per ridisegnare l’assetto urbano e dei servizi, sono già in prima linea. Adesso tocca anche al sistema economico. Ci aspettiamo una significativa risposta da parte del mondo privato. In questo modo si potrà dare luce a un’opera molto attesa, capace di dare un valore aggiunto a Trento e alla sua montagna dal punto di vista della vivibilità, del turismo e dell’accessibilità”.