Si conclude con i 59 rinvii a giudizio la prima fase del maxi procedimento sul crollo del ponte Morandi di Genova. A 5 mesi dall’inizio dell’udienza preliminare, che si è tenuta nella tensostruttura allestita dal periodo covid nel cortile interno del Palazzo di Giustizia di Genova, oggi è arrivata la decisione del gup Paola Faggioni: andranno a processo tutti gli indagati, compreso l’ex ad di Atlantia Giovanni Castellucci. Per quanto riguarda le due società Aspi e la controllata Spea il giudice ha accolto la richiesta di patteggiamento, sulla quale era già stato dato esito positivo da parte della procura. Entrambe usciranno dal processo con il pagamento di 29 milioni allo Stato.
Il giudice ha poi stabilito il via libera allo spostamento dei reperti del Morandi, che resteranno sotto sequestro ma potranno essere spostati dal capannone che li ospita, per dare il via ai lavori per la costruzione del memoriale, che sorgerà sotto il nuovo ponte San Giorgio.
Finisce una prima fase e si entra nel vivo del processo, che partirà in estate. C’è già la data, quella del 7 luglio, per la prima udienza in quello che sarà la fase due, il dibattimento. Ma intanto i rinvii di oggi segnano il raggiungimento di un primo obiettivo: cristallizzare l’impianto delle indagini.
“Il grande lavoro fatto dalla procura – ha spiegato Egle Possetti, portavoce del Comitato in ricordo delle vittime del ponte Morandi di Genova dopo la decisione del gup – ora è stato suggellato anche dal giudice. Ovviamente ora speriamo in un processo breve e senza intoppi”.
Diversa la lettura dei legali dell’ex ad di Aspi Guido Carlo Alleva e Giovanni Paolo Accinni che dopo il rinvio a giudizio hanno commentato sottolineando che “se il dibattimento sarà, come confidiamo, l’inizio di un processo giusto il teorema accusatorio nei confronti di Castellucci si confermerà essere una foglia d’autunno: gialla, tremula e che sta per cadere e cadrà”.
Quello che prenderà il via in estate resta un maxi processo per mole di documenti e posizioni da esaminare e per il numero degli imputati. Ma non solo.
Per il capo della procura di Genova Francesco Pinto l’ordinanza “farà scuola – spiega – anche per i profili delicati risolti”. Un processo che sarà interessante anche sul piano scientifico. “Tutto andrà verificato in dibattimento – ha concluso Pinto – siamo all’inizio ma è una buona base di partenza”.