Eliminare i fibromi senza bisturi. All’ospedale Evangelico Internazionale di Genova, il dottor Alessandro Fasciani ha introdotto la tecnica innovativa dell’ablazione con radiofrequenza nella struttura di ginecologia diretta da Rodolfo Sirito. Fasciani la utilizza dal 2017 e arrivano oggi i primi dati sui risultati a tre anni dagli interventi, con uno studio che prende in esame le cure effettuate su 61 donne, per l’ablazione di 112 fibromi. Cinquantuno di loro hanno risolto ogni disturbo: “Abbiamo evitato l’asportazione dell’utero e chirurgia demolitiva in più dell’80% delle donne trattate con dei fibromi fino a 5 centimetri”, spiega Fasciani, chiarendo che la tecnica non va applicata su miomi superiori ai 6-7 centimetri.Il trattamento è molto meno invasivo rispetto all’approccio chirurgico tradizionale, permette un recupero rapido (al lavoro fin dal giorno successivo) e nel mondo viene usato da oltre 20 anni. La tecnica è stata però migliorata attraverso l’implementazione tecnologica degli aghi-elettrodi ed eseguendo sempre una biopsia del fibroma trattato.L’ospedale di Genova fa da pioniere, “ed è un peccato che, a fronte di risultati così incoraggianti, attualmente si ricorra per questi problemi ancora, e quasi sempre, o alla asportazione dei fibromi con ricoveri e lunghe degenze o perfino alla asportazione dell’utero”.L’ablazione con radiofrequenza (Arf) è una forma di ablazione ipertermica che prevede l’utilizzo di una temperatura elevata per distruggere tessuto. La Arf è una metodica affidabile ed efficace e per questo è una tecnica ‘mininvasiva’ validata da anni nel trattamento dei tumori del fegato, dei reni, delle ossa e dei polmoni come opzione importante nei casi non operabili o in cui siano fallite chemioterapia e radioterapia. Attualmente quasi 7 casi su 10 di Arf dei miomi uterini viene eseguita con sonda ecografica per via vaginale garantendo elevati tassi di precisione e sicurezza. E i risultati sono ottimi anche nel trattamento dell’endometriosi dell’utero (adenomiosi). La tecnica è stata dapprima impiegata per gestire i sanguinamenti dovuti ai fibromi che sono tanto violenti da portare spesso all’isterectomia (asportazione dell’utero) e quindi rappresenta oramai una ottima terapia ‘ponte’ fino all’arrivo della menopausa, momento in cui fisiologicamente i disturbi scompaiono. “L’utero è attaccato a una serie di legamenti e la sua asportazione, quando possibile, va sempre evitata per non incorrere nel rischio di prolassi”. Non a caso, uno degli obiettivi della nuova ginecologia è “salvare l’utero”, ogni volta che le condizioni della paziente lo consentono.Infine da più di due anni, a Genova la Arf viene utilizzata con successo in donne che danno alla luce i loro bambini evitando l’invasività dell’intervento tradizionale, e possono affrontare la gravidanza già due mesi dopo l’ablazione.