A poche settimane dal ritorno fra i banchi si torna a parlare di mascherine a scuola. Uno “scudo importante”, sottolinea il ministro della Salute, Roberto Speranza, ricordando che “il Covid è ancora un problema aperto”. Per il momento però, assicura, al suono della campanella a settembre non vi sarà alcun obbligo di indossarle. “Alla partenza sicuramente no, poi – spiega – si valuterà il quadro epidemiologico passo dopo passo”. L’auspicio “è che si possa utilizzare il tema della raccomandazione e della responsabilità individuale rispetto all’obbligo”, chiarendo che anche se non c’è un’imposizione, il dispositivo di protezione “quando è necessario” è comunque uno strumento “utile”, soprattutto “se mi trovo in un posto con numero significativo di persone, oppure in un posto dove non ci sono finestre aperte”. Un modo per sentirsi “più protetti”, insomma.
“Se ci sono situazioni di particolare rischio, la mascherina è sempre utile. Una raccomandazione non significa in maniera secca no mascherina, ma su tutti gli ambiti”, spiega il ministro. Parole che però non sono piaciute all’infettivologo Matteo Bassetti che sui social le ha definite “imbarazzanti”, aggiungendo che “ideologie e restrizioni sono ormai fuori dal tempo nella gestione del Covid”.
Ma intanto ci si continua a contagiare. Nelle ultime 24 ore ci sono state 21.805 nuove diagnosi di Covid, come riportano i dati del ministero della Salute. Ieri i contagiati erano 21.998. Le vittime sono 80, in calo rispetto alle 99 del giorno prima. I tamponi processati, tra antigenici e molecolari, sono 158.286. Il tasso di positività è al 13,8%, in calo rispetto alle 24 ore precedenti, quando era al 14,8%.
Numeri che non hanno nulla a che vedere con quelli dell’inizio della pandemia. “Abbiamo strumenti che nei primi mesi più difficili non avevamo”, insiste Speranza che sottolinea come “l’oltre 90% di persone che in Italia ha fatto il vaccino sopra i dodici anni ci ha messo in condizione di affrontare anche i numeri significativi del contagio degli ultimi mesi in modo più positivo”. E invita – come indicato dall’Agenzia Europea del Farmaco e dal Centro Europeo per il controllo e la sorveglianza delle malattie – tutte le persone sopra i sessanta anni a un’ulteriore dose di richiamo. “Dobbiamo insistere su questo punto”, scandisce Speranza. “Si tratta di proteggere i più fragili. Al momento l’indicazione è sopra i sessanta anni e i fragili di ogni età. Come sempre l’Italia seguirà le indicazioni delle autorità scientifiche internazionali”.