Torna a parlare la senatrice a vita al convegno 'Vittime dell'odio', organizzato dall'Osservatorio per la sicurezza contro le discriminazioni (Oscad)
“Ancora vittima dell’odio e dei leoni da tastiera” tanto da essersi sentita in alcuni momenti “esclusa come nel 1938 per la sola colpa di essere nata”. Torna a parlare la senatrice a vita Liliana Segre. Lo fa da quel luogo che “ogni volta” le riporta alla mente “i momenti più personali”: il Memoriale della Shoah di Milano, da dove partivano i convogli carichi di deportati verso i campi di concentramento nazisti. Ad ascoltarla decine di studenti e le massime autorità di sicurezza italiane. “Quando cerco di spiegare cosa avvenne in questo posto – afferma la senatrice sopravvissuta ad Auschwitz da bambina – ci siamo messi d’accordo sul fatto che la parola scritta a caratteri cubitali all’ingresso dovesse essere ‘Indifferenza'”. E per questa ragione “ogni volta che la vita me ne dato l’occasione ho messo tutta me stessa per combattere l’istigazione all’odio, mentre la maggior parte delle persone è indifferente”. Perché “è facile girarsi dall’altra parte”.
L’occasione è quella del convegno ‘Vittime dell’odio’, organizzato dall’Osservatorio per la sicurezza contro le discriminazioni (Oscad), alla presenza del Capo della Polizia, Lamberto Giannini, il prefetto di Milano, Renato Saccone, fino alla ministra dell’Interno – “la mia amica”, la definisce Segre – Luciana Lamorgese. “L’amica” che “tre anni fa mi ha imposto la scorta”, racconta aggiungendo un aneddoto che riesce a strappare un sorriso alla platea: “I carabinieri mi hanno detto che sono la più anziana in Italia ad avere la scorta, perché evidentemente a 92 anni sono ancora ritenuta molto pericolosa”. Carabinieri con i quali si deve essere creato un legame speciale. “Una famiglia allargata”, li definisce Liliana Segre. “Famiglia allargata” che nelle ultime 24 ore ‘arruola’ un nuovo membro: nei minuti in cui la senatrice parla dalla sede della Fondazione, a postare su Instagram una foto insieme a lei è Chiara Ferragni. “Dopo le nostre chiacchierate telefoniche, oggi ho avuto il piacere di conoscere di prima persona la senatrice Liliana Segre. La sua storia e la sua determinazione mi hanno molto colpito”, scrive l’imprenditrice digitale. Che ha raccolto proprio l’invito giunto a maggio, quando Segre ha espresso il desiderio di riceverla al Memoriale della Shoah per richiamare l’attenzione dei giovani sul tema della memoria. I più giovani sono anche al centro della mattinata di lavori: “Tutti i giorni ci sono episodi legati a una matrice di discriminazione”, dice nel suo intervento la ministra Lamorgese citando i dati 2021 con 449 “crimini di discorsi d’odio e discriminazione”. Per la ministra “manca la piena consapevolezza dei sentimenti che dobbiamo avere” spesso “tra i ragazzi che utilizzano il web per nascondersi con gesti che possono portare anche a conseguenze estreme di cui gli autori non si rendono conto”. L’altro lato della medaglia è che dalle prime riaperture post Covid sono “400 gli studenti che ogni giorno stanno visitando questo luogo” illustra il presidente del Memoriale della Shoah, Roberto Jarach, che parla di 300mila ragazzi da quando la struttura ha aperto 9 anni fa.
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