Il calcio femminile mette a segno la rete tanto attesa. Arriva da parte della Figc il via libera per avviare il percorso al professionismo in Serie A, adeguandosi ad una svolta già attuata in Paesi come Spagna e Usa. Il Consiglio federale ha completato le modifiche normative necessarie e dal primo luglio, con l’inizio della prossima stagione, si potrà partire. “Siamo la prima federazione in Italia ad avviare il percorso e ad attuarlo”, ha dichiarato il numero uno della Figc, Gabriele Gravina, al termine del Consiglio federale che su questo tema ha registrato momenti di discussione e incomprensione. “C’è stata qualche piccola resistenza della Lega di A che riteneva di proporre un eventuale rinvio ma poi abbiamo raggiunto un accordo perché non si poteva tornare indietro. Quando si delibera qualcosa bisogna essere coerenti”, ha sottolineato Gravina.
La serie A infatti inizialmente a sorpresa aveva votato contro nello sconcerto del Consiglio. Si è aperta una discussione che ha portato ad una seconda votazione. “C’è stato solo un malinteso” è stata la spiegazione di Claudio Lotito, presidente della Lazio e consigliere federale. “Il processo per il calcio femminile è definitivo, finalmente ci sono le norme che disciplinano l’attività e l’esercizio del professionismo. Si tratta di una giornata importante”, ha tenuto a precisare Gravina. “Il passaggio al professionismo è per il calcio femminile una grande conquista. Ora tutti insieme al lavoro per trovare le risorse adeguate”, è stato il commento del sottosegretario allo sport, Valentina Vezzali.
Il Consiglio ha proceduto a dare un’ulteriore svolta su un altro tema, quello riguardante l’indice di liquidità per ottenere le licenze nazionali. È passata la modifica voluta dalla Figc che ha fissato a 0,5 per la A con due correttivi che riguardano il patrimonio e al parametro ricavi-costo del lavoro allargato e a 0,7 per Lega B e Lega Pro. La Lega Serie A ha votato contro, dopo aver proposto lo 0,4 con dei correttivi mentre la Lega B si è astenuta. Il presidente della Serie A, Lorenzo Casini, il giorno prima del Consiglio aveva inviato una lettera a Gravina mettendo sul tavolo una proposta che prevedeva l’impegno, a maggio, di inserire nelle licenze 2023-24 un indice ammissivo, oppure accettare da subito il parametro ma portandolo allo 0,4 includendo il valore patrimoniale dei calciatori come correttivo. “Non li abbiamo ritenuti accettabili”, ha sottolineato Gravina che è tornato anche sul fronte delle plusvalenze a quattro giorni dalla pubblicazione delle motivazioni del processo che ha visto l’assoluzione di tutti gli imputati.
“Se trasformiamo tutto quello che è indagine conoscitiva in indagine che forse non ha elementi oggettivi facciamo fatica. L’unico elemento, ed è una proposta politica che porterò a maggio, è che nell’ambito della valutazione del rapporto tra ricavi e costo del lavoro allargato non si terrà conto delle plusvalenze”, ha dichiarato il numero uno della Figc. La procura federale è pronta a fare ricorso in tribunale presso la Corte sportiva di appello. E lo stesso Gravina in merito alla posizione del procuratore federale Chinè, dopo il proscioglimento di dirigenti e società da parte del Tribunale federale, è stato chiaro: “Se in Italia ogni volta che il pm chiede una condanna deve dimettersi se poi l’imputato viene assolto allora diventa complicato. Lui ha fatto le sue valutazioni. Che qualcosa non funzioni ce lo dobbiamo dire ad alta voce. Il procuratore federale ha fatto la sua valutazione come hanno fatto i giudici. Ho visto Chinè molto sereno”.