Un’immagine rivoluzionaria per l’astrofisica e le conoscenze sul cosmo quella che la comunità scientifica ha svelato al mondo. È la prima immagine reale di Sagittarius A*, il buco nero al centro della nostra galassia, la Via Lattea.
Per averla ci sono voluti tempo, pazienza, conoscenze scientifiche e tecnologiche ma soprattutto una collaborazione internazionale che, in tempi di guerra e di confini violati, ha ancora più valore. L’immagine è stata ottenuta grazie alla Collaborazione EHT Event Horizon Telescope, di cui fanno parte anche ricercatrici e ricercatori italiani di Infn, Inaf, Università di Napoli Federico II e Università di Cagliari.
Per realizzarlae, il team internazionale ha creato Eht mettendo insieme otto osservatori radioastronomici in tutto il mondo per creare un unico telescopio virtuale dalle dimensioni della Terra. Eht ha osservato Sgr A* per diverse notti nell’aprile 2017, raccogliendo dati per molte ore di seguito, in modo simile a quando si effettua un’esposizione lunga con una macchina fotografica.
L’attesissima immagine mostra finalmente l’oggetto massiccio che si cela al centro della nostra galassia. Già in passato gli scienziati avevano scoperto stelle che si muovevano intorno a un corpo invisibile, compatto e molto massiccio al centro della Via Lattea. Quelle osservazioni suggerivano che l’oggetto, chiamato Sagittarius A* (Sgr A*), fosse un buco nero. Quella ottenuta è dunque la prova ‘provata’ che lì, al centro della nostra esistenza, c’è un buco nero.
Nell’immagine il buco nero – spiegano Infn, Inaf, la Federico II e l’Università di Cagliari -, che si trova a circa 27 mila anni-luce dalla Terra in direzione della costellazione del Sagittario, appare nel cielo con una dimensione pari a quella che avrebbe una ciambella sulla Luna. Anche se non possiamo vedere il buco nero stesso, perché non emette luce, il gas che brilla attorno ad esso possiede un aspetto distintivo: una regione centrale scura (chiamata ‘ombra’ del buco nero) circondata da una struttura brillante a forma di anello. La nuova immagine cattura la luce distorta dalla potente gravità del buco nero, che ha una massa pari a quattro milioni di volte quella del Sole.
“Siamo rimasti sbalorditi da quanto le dimensioni dell’anello siano in accordo con le previsioni della teoria della relatività generale di Einstein”, commenta Geoffrey Bower, Eht Project Scientist all’Academia Sinica di Taipei, Taiwan e alla University of Hawaii at Manoa.
“Le osservazioni forniscono ulteriore supporto al fatto che lo spaziotempo nell’intorno dei buchi neri è descritto da soluzioni della relatività generale, indipendentemente dalla loro massa”, aggiunge Mariafelicia De Laurentis, professoressa di astrofisica presso l’Università Federico II di Napoli e ricercatrice all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Deputy Project Scientist, membro del Consiglio Scientifico e coordinatrice del gruppo di Gravitational Physics di Eht, che ha guidato il paper.
Un risultato che parla molto italiano, come ha sottolineato la ministra per l’Università e la Ricerca Maria Cristina Messa, che ha ricordato come questa scoperta dimostri “come le reti collaborative di ricerca internazionale siano fondamentali per il progresso di tutti, di come sia importante per l’Italia farne parte investendo, in modo continuo e stabile negli anni, in grandi infrastrutture di ricerca e di dati, per rafforzarle e implementarle sempre di più, e di come si debba fare uno sforzo per preservare queste reti anche in momenti di crisi”.