Il ceo del gruppo automobilistico tuona: "Ingresso auto cinesi sul mercato sarebbe una minaccia"
“Stellantis non intende lasciare l’Italia, basta fake news”. A due giorni dallo sciopero indetto dai sindacati venerdì 12 aprile a Torino per il futuro di Mirafiori il Ceo di Stellantis, Carlos Tavares, dà le sue rassicurazioni. Ma avverte il governo, che vede bene l’entrata di produttori cinesi di auto in Italia, del rischio che questo comporta. “Toglierebbe quote di mercato a Stellantis, oggi leader in Italia”, spiega. Con la conseguenza – fa notare il manager portoghese – che di stabilimenti del gruppo italo-francese ne servirebbero meno a quel punto.Operazione verità sulle fake news da Tavares. “Mi capita di leggere cose come ‘Stellantis smantella la Fiat’ oppure ‘Stellantis se ne va dall’Italia’ – dice Tavares – e voglio essere chiaro. In Italia, dove abbiamo investito 5 miliardi in 5 anni, ci sentiamo a casa. Non abbiamo alcuna intenzione di andarcene, siamo qui per restare e rafforzeremo la nostra presenza”, assicura il Ceo a Mirafiori all’ inaugurazione del reparto del nuovo cambio elettrificato eDct per le auto ibride. “Con queste fake news è facile poi dire che noi non siamo interessati a svilupparci in Italia e che è meglio chiamare cinesi”, tuona Tavares.
“Ingresso auto cinesi sul mercato sarebbe una minaccia”
E avverte: “Siamo in grado di tenere testa ai competitor cinesi, ma se qualcuno vuole farli entrare sarà responsabile delle decisioni impopolari che dovranno essere prese”. E spiega perché: “Con la concorrenza sul mercato in Italia di competitor aggressivi sui prezzi come i cinesi ci sarebbe una grande minaccia per Stellantis: noi combatteremmo, perché siamo abituati a combattere. – spiega il Ceo -Aumenteremo la produttività, perché i cinesi producono con un vantaggio del 30% sui costi. Ma quando si combatte possono esserci vittime o effetti collaterali. Noi – promette – combatteremmo ma non ci si può aspettare che usciremo vincitori senza cicatrici. E io sono pieno di cicatrici, perché sono abituato a combattere”. Prima del taglio del nastro, per il sindacato al confronto con Tavares c’è stato un nulla di fatto in tema di annunci di nuovi modelli a Mirafiori o in altri stabilimenti, anche se il top manager, inaugurando il nuovo reparto ha detto che “se ci saranno le condizioni potremmo estendere la produzione della Panda a Pomigliano fino al 2030”, attualmente almeno prevista al 2027. Da Tavares poi un altro annuncio: è al via una nuova batteria per la 500 elettrica, che si assembla a Torino, per fare più chilometri diminuendo il costo delle auto, con un investimento da almeno 100 milioni. E sul target di 1 milione di veicoli al 2030 prodotti in Italia l’ad di Stellantis fa notare che “non sono ancora arrivati gli incentivi annunciati”. E intanto si aspettano le elezioni europee e le presidenziali Usa: “A fine 2024 prenderemo le nostre decisioni sulla capacità produttiva e sui nuovi modelli”, annuncia. E il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, dopo le parole di Tavares a stretto giro fa sentire la sua voce: “È Stellantis che deve rassicurare sul fatto che l’Italia è un Paese strategico per il suo sviluppo, non l’Italia che deve rassicurare Stellantis”.
I sindacati: “Annunci positivi ma insufficienti”
I sindacati, pronti allo sciopero di venerdì con corteo nel centro di Torino definiscono intanto gli annunci di Tavares sulla Panda e sulla batteria per la 500e “positivi, “ma – dice il segretario della Fim-Cisl Ferdinando Uliano. – per incidere sui volumi di Mirafiori sono insufficienti, serve molto di più per invertire il crollo del 51% delle produzioni del primo trimestre 2024. L’abbiamo detto oggi durante l’incontro con Tavares a Torino, è necessario aggiungere alla 500 elettrica, un modello di largo consumo e anticipare i lanci di Maserati a partire da quello della Quattroporte, solo così si incrementano i volumi”. “In primo luogo abbiamo bisogno di assegnazioni produttive aggiuntive non esclusivamente legate al full electric, tecnologia che evidentemente stenta ad affermarsi sul mercato nonostante le imposizioni della politica, e questo è vero a Torino che ha urgente necessità di una nuova vettura, così come a Melfi che su cinque modelli confidiamo ne abbia almeno uno o due ibridi”, fa notare Gianluca Ficco della segreteria Uilm. E per Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom Cgil, “non ci sono garanzie su Mirafiori e si è trattato di un incontro interlocutorio”.
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