Alta tensione all'indomani della visita a Taipei della speaker della Camera Usa. Appello alla calma da parte dell'Associazione delle Nazioni del sud-est asiatico. Pechino: "Sono gli Usa che hanno creato la crisi"
(LaPresse) La Cina ha lanciato”un’esercitazione militare senza precedenti” che bloccherà di fatto Taiwan fino a domenica pomeriggio, dopo la visita all’isola della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi. L’esercito di Pechino, ha fatto sapere il ministero della Difesa Nazionale taiwanese, ha lanciato una serie di missili balistici Dongfeng a nord-est e sud-ovest di Taiwan durante le esercitazioni in corso nelle acque taiwanesi.
Anche la Cina ha confermato di aver condotto “attacchi missilistici di precisione” nello Stretto di Taiwan nell’ambito di esercitazioni militari in corso nelle acque taiwanesi. “Sono stati effettuati attacchi missilistici di precisione a fuoco vivo armati a lungo raggio su obiettivi selezionati nell’area orientale dello Stretto di Taiwan”, ha affermato l’Eastern Theatre Command dell’Esercito popolare di liberazione cinese, l’ala militare del Partito Comunista al potere, in una dichiarazione sulla propria piattaforma di social media.
Durante il suo soggiorno, Nancy Pelosi ha incontrato il presidente Tsai Ing-wen e altri politici, nonché attivisti per i diritti umani, prima di volare in Corea del Sud mercoledì pomeriggio. La sua visita all’isola, che Pechino considera una provincia separatista, ha fatto precipitare le relazioni tra Cina e Stati Uniti.
La questione di Taiwan è una questione interna che riguarda la Cina e la visita della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi sull’isola è una provocazione e una violazione della sovranità e dell’integrità territoriale della Cina, non è quella che è stata definita una “difesa della democrazia e della libertà”. Lo ha affermato Ma Xiaoguang, portavoce dell’Ufficio per gli affari di Taiwan del Consiglio di Stato cinese, come riporta l’emittente Cgtn. Le osservazioni di Ma sono arrivate dopo che i ministri degli Esteri del G7 e l’alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell hanno accusato la Cina di una risposta che rischia di aumentare le tensioni e destabilizzare la regione. “La questione di Taiwan è un affare interno della Cina e non è una questione ‘regionale'”, ha osservato Ma, aggiungendo che le contromisure necessarie sono atti adeguati e legittimi per salvaguardare la sovranità e l’integrità territoriale della Cina.
Appello alla calma da parte dei paesi dell’Asean
L’Associazione delle Nazioni del sud-est asiatico (Asean) ha rivolto un invito alla calma riguardo alla situazione nello stretto di Taiwan e a evitare qualsiasi “azione provocatoria” dopo la visita della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi a Taipei che ha alimentato le tensioni con la Cina. I ministri degli Esteri dell’Asean riuniti a Phnom Penh, in Cambogia, si sono detti preoccupati che la situazione possa “destabilizzare la regione e portare a errori di calcolo, seri confronti, conflitti aperti e conseguenze imprevedibili tra le potenze mondiali”.
La replica di Pechino
“Sono gli Stati Uniti che hanno provocato i guai, gli Stati Uniti hanno creato la crisi e gli Stati Uniti sono ancora quelli che continuano ad aumentare le tensioni”. Così il ministro degli Esteri cinese Wang Yi in un comunicato ha replicato alla dichiarazione dei ministri degli Esteri del G7 che aveva invitato Pechino ad evitare ogni “azione provocatoria”.
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