Avrebbe finanziato, con trasferimento di denaro, cellule jihadiste in Bosnia, per oltre 50mila euro, a partire dal 2014: a Bologna un 52enne di origini bosniache è stato posto ai domiciliari con l’applicazione del dispositivo elettronico di controllo. L’indagine è stata condotta dal Ros, sotto il coordinamento dell’Antiterrorismo della procura di Bologna. L’inchiesta è nata nei primi mesi del 2020, nell’ambito delle operazioni di monitoraggio del Ros sui circuiti radicali di origine jihadista, anche quelli riconducibili all’area bosniaca occidentale, caratterizzata da un nuovo attivismo – rilevano dall’Antiterrorismo – che deriva dalla sua ‘diaspora’ in Europa. Il 52enne, regolare sul territorio italiano, è un artigiano titolare di una impresa individuale del settore edile. Il profilo dell’uomo è caratterizzato, stando alle indagini, da un ‘profilo ideologico-confessionale aderente a una visione radicale estremista dell’Islam’.