Si torna in vacanza dopo due anni molto difficili in cui la pandemia ha messo in ginocchio tutto il settore
Dopo i due anni in cui la pandemia ha messo in ginocchio il turismo in Sardegna, il fine settimana di Pasqua ha sancito l’avvio della stagione 2022 nell’isola. E insieme al turismo classico è ripartito anche quello open air: un’alternativa per i viaggiatori che, in questo periodo di incertezza economica, possono trovare nuovi metodi per trascorrere le loro vacanze. Dopo il crollo del 2020 e la mezza stagione del 2021, si percepiscono segni di rilancio per gli operatori dei villaggi e dei campeggi. Sono le previsioni che emergono dal report di Faita Sardegna, la federazione dei complessi turistico-ricettivi all’aria aperta, che in queste settimane ha avviato ufficialmente la nuova stagione con le prime aperture delle strutture. L’obiettivo è raggiungere i numeri del 2019 quando nei campeggi sardi arrivarono 2,5 milioni di turisti dei 15,8 milioni arrivati in tutta la Sardegna, con una permanenza media di 5,2 giorni rispetto alla media sarda di 4,45 giorni. Il 2020 è stato un disastro per tutto il turismo sardo crollato del 56,5%, passando da 15,8 milioni del 2019 a 6,88 milioni, secondo le elaborazioni Faita Sardegna sui dati dell’Osservatorio Sardegna turismo.
A mancare sono stati soprattutto gli stranieri, che rappresentano una fetta fondamentale del turismo open air: tra un anno e l’altro sono stati 78,2% in meno, 1,77 milioni nel 2020 rispetto agli 8,1 milioni del 2019. “Con le prenotazioni ci stiamo avvicinando ai dati del 2019 – afferma il presidente di Faita Sardegna Nicola Napolitano – Nei campeggi già aperti ci sono finalmente i turisti stranieri. Le nostre strutture ben si adattano anche alla maggiore attenzione dei turisti dopo il Covid ad ampi spazi e al contatto con il territorio”. L’incognita e il freno sono però rappresentati dal caro traghetti. “C’è voglia di Sardegna e ampi spazi ma ci si scontra con prezzi dei trasporti assurdi – denuncia Napolitano – I nostri clienti viaggiano soprattutto in nave dove devono affrontare prezzi improponibili. Addirittura, una notte in nave costa quanto una settimana nelle nostre strutture in piena stagione. Questo penalizza pesantemente il turismo, soprattutto in un momento di grave crisi economica”. Al problema dei trasporti, poi, si aggiunge anche l’incertezza legata al conflitto in Ucraina: molte strutture mettono in conto di perdere un bacino importante di viaggiatori provenienti dall’est Europa, soprattutto dalla Russia. Nonostante ciò, i primi segnali inducono all’ottimismo. La stagione turistica in Sardegna può finalmente ripartire, anche all’insegna dei viaggi open air.
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