L'Alleanza Atlantica prevede un aggravamento della guerra nelle prossime settimane
Donne, anziani e bambini sono stati tutti evacuati dall’acciaieria Azovstal di Mariupol, in Ucraina, sotto costante assedio delle forze russe. Ad annunciarlo il governo di Kiev e lo ha confermato anche Mosca. Intanto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in un’intervista al quotidiano Welt am Sonntag, ha previsto un “ulteriore aggravamento” della guerra “nelle prossime settimane” e nega che gli Stati dell’Alleanza Atlantica possano mai accettare l’annessione della Crimea da parte della Russia. I timori, ora, sono che le forze russe diano l’assalto finale all’acciaieria, dove restano migliaia di combattenti ucraini. Si avvicina infatti il 9 maggio, giorno in cui la Russia celebra il Giorno della vittoria, quella sui nazisti nella Seconda guerra mondiale. Ricorrenza in cui il presidente Vladimir Putin potrebbe voler sbandierare la presa della roccaforte di resistenza.
Intanto, le forze russe hanno sparato con missili da crociera su Odessa, oltre ad aver bombardato Mariupol. L’esercito di Kiev ha al contempo annunciato di aver distrutto postazioni russe nel mar Nero, nei pressi dell’isola dei Serpenti, anch’essa simbolo della resistenza nei primi giorni del conflitto. Secondo gli analisti occidentali, la controffensiva ucraina avanza anche attorno a Kharkiv, obiettivo chiave dei bombardamenti russi. L’esercito ha annunciato di aver ripreso il controllo di cinque villaggi nell’area e parte di un sesto.
Dopo oltre 10 settimane di guerra, tutte le città ucraine si aspettano l’intensificarsi degli attacchi a causa del 9 maggio. Lo stesso presidente Volodymyr Zelensky ha esortato la cittadinanza ad alzare il livello di attenzione e rispettare agli allarmi antiaerei. Gli scontri più violenti sono da giorni a est, dove le parti si contendono il territorio. Mosca si è infatti concentrata sul Donbass, dove le milizie separatiste filorusse combattono dal 2014. Ma le truppe russe hanno anche cercato il sud dell’Ucraina, per isolare Kiev dal mare e collegare il proprio territorio alla Trasnistria moldava. I combattenti ucraini tentano ancora d’impedire la completa presa di Mariupol, che darebbe a Mosca un ponte di terra per la Crimea, annessa nel 2014.
Le ultime persone evacuate dall’acciaieria Azovstal si sono aggiunte alle oltre 500 fatte uscire nei giorni scorsi, in partenze organizzate grazie all’intervento di Onu e Comitato internazionale della Croce rossa. Tuttavia, le forze di Mosca hanno complicato le operazioni intensificando gli attacchi all’area. E non è chiaro, ora, che cosa accadrà ai combattenti ucraini ancora all’interno, tra cui centinaia di feriti. Kiev tenta da giorni di garantire la loro uscita in sicurezza, tramite organizzazioni internazionali. Secondo le stime di Mosca, si tratterebbe di duemila persone, che hanno sinora rifiutato di arrendersi. “Stati influenti” stanno tentando di salvarli, ha detto Zelensky.
Il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken, ha accusato Putin di voler “distorcere la storia per tentare di giustificare la sua aggressione brutale e ingiustificata all’Ucraina”. Gli ha risposto lo speaker della Duma russa, Vyacheslav Volodin, accusando Washington di “prendere parte alle ostilità”, perché “coordina e sviluppa le operazioni militari”. Nel frattempo, intere zone del Paese sono in rovina, migliaia di persone sono state uccise, milioni costrette a fuggire. Distrutto è stato nelle ultime ore anche un simbolo della storia e cultura nazionali, il museo dedicato al filosofo Gregory Skovoroda, il cui volto compare anche su una banconota locale. Un bombardamento russo ha fatto crollare i tetti e causato un incendio nell’edificio vicino al confine russo, nella regione di Kharkiv dove i combattimenti sono molto violenti. Mentre il Consiglio di sicurezza Onu ha approvato all’unanimità la prima dichiarazione sull’Ucraina, esprimendo “forte sostegno” ai tentativi del segretario generale Antonio Guterres per trovare una soluzione pacifica, i colloqui tra Mosca e Kiev sono in stallo. Zelensky ha ribadito che l’Ucraina è pronta a negoziare, ma solo se la Russia ritirerà le sue forze alle posizioni pre-invasione. E, quindi, di fatto non dalla Crimea.
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