Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: "Prepariamoci a una guerra lunga",
Le forze russe hanno occupato ormai il 20% del territorio ucraino, mentre nell’est del Paese si contano ogni giorno 100 persone uccise. Il presidente Volodymyr Zelensky è intervenuto al Parlamento del Lussemburgo, 100 giorni dopo che la Russia ha invaso la sua Ucraina dando il via a un conflitto che non ha avuto tregue, devastando intere città e causando migliaia di vittime. Nel suo resoconto Zelensky, vestito di verde militare come è ormai consuetudine, ha anche detto che 243 minori sono morti e circa 200mila sono stati portati con la forza in territorio russo, tra cui orfani e bambini separati dalle famiglie. Questo “è il motivo per cui chiediamo con tanta forza sostegno al mondo. Prima di tutto, sostegno alla difesa”, ha detto Zelensky chiedendo armi, perché “questa guerra della Russia contro l’Ucraina è decisiva per l’intera Europa. È una guerra di valori”.
Intanto, mentre l’Unione europea approva il suo sesto pacchetto di sanzioni a Mosca (stralciando il patriarca ortodosso Kirill su cui Budapest aveva messo il veto), anche da Washington arrivano nuove misure. La Casa Bianca ha infatti annunciato nuove sanzioni nei confronti di funzionari del governo di Mosca e membri dell’élite vicina al presidente Vladimir Putin. Tra loro ci sono il gestore dei suoi beni off-shore di Putin, Sergei Roldugin, l’oligarca God Nisanov, la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova, il miliardario Alexey Mordashov. Poco prima, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba si era detto “grato” agli Usa per il pacchetto da 700 milioni di dollari in aiuti militari a Kiev. Gli Usa “soffiano sul fuoco”, aveva tuonato il Cremlino.
A Washington, Biden ha ricevuto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che poi ha dichiarato: “Prepariamoci a una guerra lunga”, mentre gli ucraini “pagano un prezzo alto” ma la Russia sta “subendo molte perdite”. Ha anche detto che la Nato deve sostenere Kiev, per consentire il “risultato migliore” e “sostenendola nel diritto all’autodifesa”. Ha poi aggiunto che convocherà un incontro con Turchia, Svezia e Finlandia, per superare l’opposizione di Ankara all’ingresso dei due nuovi membri nell’Alleanza.
Anche il Regno Unito ha annunciato l’invio di sofisticati sistemi missilistici a medio raggio a Kiev, unendosi a Germania e Usa nel fornire all’Ucraina armi avanzate con cui abbattere gli aerei e colpire l’artiglieria di Mosca. Il segretario alla Difesa britannico Ben Wallace ha detto che saranno inviati lanciarazzi M270, con portata di precisione fino a 80 chilometri, mentre gli Usa sistemi HIMARS, simili ai primi. Berlino ha promesso avanzati missili antiaerei e sistemi radar. Anche la Svezia ha annunciato la fornitura di armi, tra cui missili, fucili e armi anticarro.
Questa ha previsto “scenari assolutamente indesiderabili e spiacevoli” se le armi colpiranno la Russia, con “nuova sofferenza all’Ucraina”. Gli scontri infuriano nel Donbass, con le forze russe che bombardano le città e tentano di conquistare Sievierodonetsk. Secondo Londra, i russi hanno preso la gran parte della città, tra le poche che nell’Oblast di Luhansk è ancora sotto controllo ucraino.
Mosca, secondo molti esperti, spera di conquistare il Donbass prima che le armi ‘occidentali’ arrivino, memore del ruolo che hanno avuto nella difesa della capitale. Nel frattempo, dall’Est del Paese il governatore dell’Oblast di Luhansk Serhiy Gaidai ha riferito che 800 persone, tra cui minori, si sono rifugiate nei bunker sotto la fabbrica chimica di Azot di Sievierodonetsk, pesantemente bombardata dalle forze russe. Prima, Gaidai aveva detto che è possibile nella fabbrica si trovino ancora scorte di sostanze chimiche.
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