Parla Elena Milashina, penna di punta del quotidiano d'opposizione 'sospeso' dalle Autorità russe
“Io vado avanti. Quello delle autorità è un autogol: senza di noi il Cremlino si pone sempre più al di fuori dalla realtà”. A dirlo è stata Elena Milashina, erede di Anna Politkovskaya e giornalista più famosa della Novaya Gazeta, l’ultimo grande quotidiano d’opposizione russo, parlando della sospensione delle pubblicazioni del suo giornale.
“Non ci sono più media tradizionali indipendenti, non ci sono più televisioni libere – aggiunge Milashina – . Ora non ci saremo neanche noi. Ma esistono forze che continuano a produrre giornalismo indipendente. Cercando modi alternativi di lavorare in questa nuova realtà di stretta censura che non durerà solo per il tempo della guerra in Ucraina, ma continuerà anche dopo. È una nuova sfida per i giornalisti, e tra questi mi ci metto anch’io: dobbiamo reinventarci per continuare il nostro lavoro in una situazione in cui non c’è più una testata tradizionale di appartenenza che ci sostenga e ci protegga. Dobbiamo creare una nuova forma di giornalismo.”
“La propaganda di regime sta vincendo – sottolinea ancora Milashina – . Stava già vincendo da molto tempo: in preparazione dell’operazione in Ucraina, erano già stati chiusi la maggior parte dei media indipendenti. E oggi vince perché influisce pesantemente sulla maggioranza della popolazione russa. Lo possiamo vedere dalla reazione della gente alla guerra: se c’è un sostegno, è il risultato del lavoro della propaganda. Per tutti questi anni quella contro la propaganda è stata una lotta impari. Era impossibile vincerla. Lo Stato ha tante risorse in più rispetto a noi. Così hanno eliminato tutte le voci in cui il mondo intero e una minoranza di russi avevano fiducia.” “Se ci fossero stati più media indipendenti questa tragedia enorme non si sarebbe mai verificata. Il Cremlino e Putin avrebbero saputo che l’Ucraina non è certo un Paese che avrebbe dato il benvenuto all’esercito russo e che l’esercito russo è debole a causa della corruzione dilagante. E che tutti i potenti armamenti che sfilavano davanti a Putin e sulla tivù di stato non erano che una bufala. Perché in realtà gli armamenti russi sono di scarsa qualità, e l’esercito è male equipaggiato. Sono rimasti prigionieri di quelle stesse fake news create dalla propaganda di regime. E adesso in Ucraina si trovano ad affrontare la dura realtà.”
“Non so se raccontare la realtà possa far cadere il regime. La gente vuol ancora credere quel che gli conviene credere. Molti sostengono Putin anche se capiscono che combattere gli ucraini è un terribile errore, se non altro perché stanno morendo molti soldati russi. Il fatto è che le corde che Putin tocca nei russi delle generazioni nate e cresciute nell’Unione Sovietica sono molto sensibili. Si tratta di emozioni forti. E di sentimenti imperialisti. La gente ricorda i giorni in cui credeva di vivere in un grande Paese, e non ricorda tutte le cose negative di quei giorni”.
290951 Mar 2022
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