Il capo del Cremlino ha fatto riferimento alla Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, osservando che "tutto è scritto lì"
Il presidente russo Vladimir Putin ha definito l’esclusione degli atleti paralimpici dalla Russia e della Bielorussia dai Giochi Paralimpici di Pechino “una violazione dei principi dello sport e della dichiarazione universale dei diritti umani”. Lo riporta la Tass. Putin ha ricevuto oggi gli atleti russi medagliati ai Giochi. Nel suo discorso il capo del Cremlino ha fatto riferimento alla Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, osservando che “tutto è scritto lì”. “Non si tratta dello status politico, legale o internazionale del Paese che l’atleta rappresenta, ma della persona stessa, sono questi diritti che sono stati violati”, ha sottolineato. Putin ha sottolineato che la Russia ha costantemente messo in guardia dall’uso di “doppi standard” e dal principio della responsabilità collettiva nello sport. “Guidati dalla Carta Olimpica, siamo convinti che i Giochi non siano competizioni di paesi, ma di atleti, chiamati a ripulire lo sport da politiche che svalutano costantemente tutti i suoi valori e lo trasformano in uno strumento di manipolazione”, ha ricordato.
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