Uno Slam senza Daniil Medvedev, Andrey Rublev e Aryna Sabalenka
Un Wimbledon a metà, uno Slam privo di alcuni dei suoi protagonisti principali. Senza Daniil Medvedev e Andrey Rublev, rispettivamente numero 2 e 8 al mondo, e – in campo femminile – di Aryna Sabalenka, semifinalista l’anno scorso, Anastasia Pavlyuchenkova, quindicesima nel ranking, e Victoria Azarenka, in passato leader della classifica Wta. La decisione dell’All England Club di escludere russi e bielorussi dal prestigioso torneo londinese in virtù del conflitto in Ucraina spacca il mondo del tennis. Una decisione non inattesa, in linea con la strategia adottata dal governo Johnson, ma comunque inedita nel mondo dello sport. Per la prima volta infatti a esser colpita non è la Russia a livello di squadre o nazionali ma i suoi singoli atleti.
Una scelta che ha provocato la dura reazione del circuito Atp, che parla apertamente di “decisione ingiusta” che ha “il potenziale per creare un precedente pericoloso”. “La discriminazione basata sulla nazionalità costituisce anche una violazione del nostro accordo con Wimbledon che afferma che l’accesso dei giocatori si basa esclusivamente sulla base delle classifiche Atp – si legge in una nota del circuito professionistico mondiale di tennis maschile – Qualsiasi linea di condotta in risposta a questa decisione sarà ora valutata in collaborazione con il nostro board e con il consiglio dei membri”. Nicola Pietrangeli, due volte vincitore del Roland Garros e semifinalista a Wimbledon, è dispiaciuto che “la politica si intrometta nello sport, ma questi ragazzi che colpe hanno? – ha detto a LaPresse – Posso capire le squadre, si presentano con bandiera e inno, ma questi ragazzi vanno lì come privati cittadini. Non è una decisione che trovo giusta e personalmente non mi piace”. Anche da Mosca è arrivata una forte condanna. “E’ inammissibile tenere gli atleti in ostaggio di varie convinzioni politiche, intrighi politici e comportamenti ostili nei confronti del nostro Paese – ha spiegato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in una dichiarazione riportata dall’agenzia Tass – Non possiamo che rammaricarci di questo”.
Diversa l’opinione dell’All England Club, secondo cui “è una nostra responsabilità fare la nostra parte negli sforzi del governo, dell’industria, delle organizzazioni dello sport e dello spettacolo per limitare l’influenza globale della Russia con i più forti mezzi possibili”. Da qui la decisione di bandire tennisti russi e bielorussi dal torneo più importante della stagione, al via il 27 giugno. Di fronte a una “aggressione militare ingiustificata e senza precedenti, sarebbe inaccettabile che il regime russo possa ricavare benefici dal coinvolgimento di giocatori e giocatrici russi e bielorussi ai Championships – sottolineano gli organizzatori di Wimbledon – Dunque, con rammarico, comunichiamo la nostra intenzione di rifiutare l’ingresso a tennisti russi e bielorussi per l’edizione 2022”. Nel comunicato diffuso trapela la possibilità di un eventuale dietrofront “se le circostanze dovessero cambiare da qui a giugno”. Ma ad oggi il mondo del tennis non è mai stato così diviso.
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