Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilasciato un’intervista esclusiva all’Associated Press nella quale ha dichiarato di essere impegnato a spingere per la pace nonostante gli attacchi russi contro i civili che hanno sdegnato il mondo. Zelensky ha poi rinnovato la sua richiesta di inviare più armi prima dell’atteso aumento dei combattimenti nell’est del paese. “Nessuno vuole negoziare con chi ha torturato questa nazione. È tutto comprensibile. E come uomo, come padre, lo capisco molto bene”, ha dichiarato Zelensky che però ha sottolineato di non voler “perdere le opportunità, se le abbiamo, per una soluzione diplomatica”.
Nonostante le speranze di pace, Zelensky ha riconosciuto di dover essere “realistico” riguardo alle prospettive di una rapida risoluzione, dato che i negoziati sono stati finora limitati a colloqui di basso livello che non includono il presidente russo Vladimir Putin. Zelensky ha parlato con l’AP all’interno del complesso degli uffici presidenziali, dove le finestre e i corridoi sono protetti da pile di sacchi di sabbia e soldati pesantemente armati. Quando gli è stato chiesto se le forniture di armi e altre attrezzature che il suo paese aveva ricevuto dagli Stati Uniti e da altre nazioni occidentali fossero sufficienti per invertire le sorti della guerra ha mostrato un palpabile senso di rassegnazione e frustrazione. “Non ancora”, ha detto. Tuttavia il leader di Kiev ha notato che c’è stato un maggiore sostegno dall’Europa e ha affermato che le consegne degli Stati Uniti stanno accelerando. Zelensky è diventato infine pensieroso quando gli è stato chiesto quale impatto avesse avuto il ritmo delle consegne di armi per la sua gente e se si sarebbero potute salvare più vite se l’aiuto fosse arrivato prima. “Molto spesso cerchiamo risposte in qualcun altro, ma spesso io cerco risposte in me stesso – ha detto – abbiamo fatto abbastanza perché questi leader credessero in noi? Non lo so. Mi interrogo”, ha concluso.