Ue: effetto guerra sulla crescita, nel 2022 Italia frena a +2,4%

Preoccupanti anche i ritmi dell'inflazione che schizzerà al 5,9% nel 2022 per poi calare al 2,3% nel 2023

Effetto guerra sulla crescita globale delle economie europee. A certificare ciò che era ampiamente previsto è la Commissione europea che nel suo rapporto di primavera rivede nettamente al ribasso l’andamento del Pil, alzando con altrettanta forza le stime dell’inflazione, legate alla corsa dei prezzi dell’energia. E il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni mette in guardia: “Con l’incertezza sull’esito della guerra i rischi di una ulteriore frenata restano alti”. E nel rapporto si legge: “Le prospettive per l’economia dell’UE prima dello scoppio della guerra erano per una prolungata e solida espansione. Ma l’invasione russa dell’Ucraina ha posto nuove sfide. Questo ha ha portato la Commissione Europea a rivedere al ribasso le prospettive di crescita e al rialzo le previsioni per inflazione”.

Nel dettaglio la Ue fissa la crescita del Pil europeo al 2,7% nel 2022 e al 2,3% nel 2023, in calo rispettivamente dal 4,0% e dal 2,8% (2,7% nell’area dell’euro), indicati nel precedente rapporto. E l’Italia non fa eccezione con la crescita in frenata al 2,4% nel 2022 rispetto al 4,1% precedentemente previsto, mentre nel 2023 il Pil salirà dell’1,9. Preoccupanti anche i ritmi dell’inflazione che schizzerà al 5,9% nel 2022 per poi calare al 2,3% nel 2023. Nel 2021 l’inflazione italiana era calcolata all’1,9%. Migliora però il mercato del lavoro con il tasso di disoccupazione che torna sotto il 10% mentre sul fronte della finanza pubblica il rapporto deficit-pil si fermerà al 5,5% quest’anno per scendere al 4,3% nel 2023.

Paolo Gentiloni commenta. “L’invasione russa dell’Ucraina sta causando indicibili sofferenza e distruzione, ma pesa anche sulla ripresa economica dell’Europa. La guerra ha portato a un aumento dei prezzi dell’energia e ulteriore interruzione delle catene di approvvigionamento, così che l’inflazione è ora destinata a rimanere più alta più a lungo”. E anche Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Ue è molto cauto pura aprendo a qualche segnale di ottimismo. “Non c’è dubbio che l’economia dell’UE sta attraversando un periodo difficile a causa della guerra e di conseguenza abbiamo declassato le nostre previsioni. Il fattore negativo è l’aumento dei prezzi dell’energia che porterà l’inflazione a livelli record. E anche se la crescita continuerà quest’anno e il prossimo, sarà molto più contenuta di quanto precedentemente previsto. L’incertezza per le prospettive rimarrà elevata ma ci sono alcuni aspetti positivi che ci permettono di superare questa crisi. I fondamentali sono solidi e prima dell’inizio di questa guerra, l’economia dell’UE aveva intrapreso un percorso di ripresa e crescita”.

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